Solo un gatto
Il ritorno al cinema del gatto fannullone Garfield è un grosso buco nell’acqua. Dopo le prime due avventure cinematografiche Garfield: il film e Garfield 2 entrambe un misto di animazione e live action, il personaggio nato dalla penna di Jim Davis ritorna al cartoon con l’aggiunta del “modaiolo” 3D e l’esito finale lascia qualche perplessità.
Grafield il supergatto è una pellicola del 2009, uscita al cinema esclusivamente in Italia, è un episodio allungato della serie televisiva animata in onda anche da noi sul canale digitale Boing.
La trama è semplice: il mondo dei cartoni in cui vivono Garfield e i suoi amici sta per essere invaso da Garzooka, supereroe alterego del gatto pigrone, che vive nei fumetti Pet Force e che nel mondo dei cartoni arriva per inseguire Vetvix, la cattiva di turno che minaccia di distruggere ogni cosa con il raggio Moscram. Sarà compito di Garfield riuscire a salvare il mondo e i suoi amici, andando contro i suoi “principi” da gatto ozioso.
Chi non conosce la serie tv si trova spaesato, in quanto si danno per scontate sia i tratti dei personaggi sia le vicende che li legano. Se i primi due film si rivolgevano ad un pubblico più vasto grazie anche al doppiaggio del protagonista (in USA Bill Murray e Fiorello in Italia), questa pellicola è fatta su misura per i bambini e spesso risulta essere quasi infantile. L’effetto 3D è quasi superfluo ad esclusione della sequenza finale tra le costellazioni che da sola giustifica l’uso della stereoscopia. Al film quindi mancano svariati elementi per giustificare il grande schermo: la qualità dell’animazione, funzionale per un pubblico molto giovane, è adeguata al mondo televisivo e invece al cinema risulta solo essere povera e superata. Rispetto poi ai suoi predecessori, questo film manca di cinismo e di battute comiche e anche Grafield alla fin fine è un personaggio limitato e poco divertente. A sostenere la causa poi non bastano neanche le citazioni di Godzilla e del genere zombie, anzi anche queste provengono da un immaginario troppo lontano agli occhi dei bambini e quindi fuori luogo, Dreamworks e Pixar giocano con questi ammiccamenti con uno stile più divertente.
L’animazione rimane l’unico genere in cui la terza dimensione ha ancora senso, è un peccato che sia stata applicata in un’operazione commerciale così misera e fuori tempo massimo.