SPECIALE LOTTA DI CLASSE
Crescere fra i banchi di scuola
In una classe turbolenta ma non impossibile di una scuola slovena il rigido professore di tedesco Robert Zupan (Igor Samobor) prende il posto dell’insegnate di ruolo, a casa poiché in attesa di una bambina. Fin dal primo giorno gli studenti capiscono che i metodi didattici e il carattere di Zupan sono agli antipodi rispetto alla professoressa, donna gioviale ed eccessivamente accomodante.
La lotta potrebbe risolversi in uno scontro sui metodi non convenzionali di insegnamento ma una tragedia è alle porte: una studentessa si suicida dopo un duro colloquio con Zupan. La battaglia, prima solo didattica, diventa una guerra generazionale. Mette i brividi constatare come Class Enemy sia il primo lungometraggio del 29enne regista sloveno Rok Bicek, autore anche della sceneggiatura e del montaggio: per la sua maturità, per la pulizia di linguaggio e per la cura con cui disegna sequenze che hanno il naturalismo dei Dardenne ma anche la profondità di un giovane ,ma non giovanissimo, Gus Van Sant. Lavorare con i ragazzi raccontando la realtà di una scuola in costante mutamento senza risultare vecchi, superati e banali non è cosa da poco: lo sanno tutti, grandi e meno grandi, che prima di Bicek hanno mescolato ricordi e rabbia degli anni passati dietro ad un banco. La mia classe di Gaglianone e La classe di Cantet sono solo due esempi recenti. Non vediamo mai Zupan fare lezione, nel senso classico del termine: la sua missione è mettere i ragazzi davanti alla morte della compagna e insegnargli, attraverso una lingua non loro, cosa significhi lottare per realizzare la propria natura di esseri umani. La morte, come il cinema, è catarsi e conoscenza: ribaltatati i giochi di forza fra studenti, genitori e professori, solo un evento di enorme portata può aprire un varco attraverso cui operare sul corpo (prossimo alla morte naturale per vecchiaia) dell’istituzione scolastica. Samobor è totem marmoreo di incredibile forza espressiva: più che le parole, le citazioni da Thomas Mann, sono i suoi silenzi e l’angolo della bocca che si alza con accondiscendenza a muovere l’azione, facendola ruotare attorno alla sua presenza. Sarebbe stato un film da incorniciare accanto ai capolavori degli ultimi anni se solo una maledetta vocina, sibilante dal momento della morte della studentessa, non avesse condizionato il giudizio, per carità personalissimo, di chi vi sta scrivendo. Una “possibile via” di sceneggiatura che non starò a raccontarvi ma che avrebbe permesso alla finzione (intesa come fiction) di mettere il suo zampino, aumentando non di poco la portata del messaggio. Ma, al di là di questo, Class Enemy è un film che andrebbe proiettato d’obbligo in tutti gli istituti superiori e, almeno una volta ogni tre mesi, trasmesso in tv in prima serata.
Class Enemy [Razredni sovražnik, Slovenia 2013] REGIA Rok Bicek.
CAST Igor Samobor, Nataša Barbara Gracner, Tjaša Železnik, Maša Derganc, Robert Prebil, Voranc Boh.
SCENEGGIATURA Rok Bicek, Nejc Gazvoda, Janez Lapajne. FOTOGRAFIA Fabio Stoll.
Drammatico, durata 116 minuti.