L’umanità dispersa
È il titolo del momento, tanto da creare continui dibattiti, reazioni e passaparola anche tra chi il cinema non lo frequenta così assiduamente. Siamo parlando del film Sulla mia pelle di Alessio Cremonini, presentato in anteprima mondiale alla 75. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia e arrivato poi, in contemporanea, sia in sala che su Netflix.
Alla base gli ultimi sette giorni di Stefano Cucchi, dall’arresto alla morte avvenuta in carcere. Nonostante la vicenda sia finita spesso su quotidiani e telegiornali nazionali e il processo sia ancora in corso, il film si “limita” a narrare i fatti, senza voler fare un processo “parallelo”, ma cercando di cogliere i momenti più intimi, seppur drammatici, della vicenda. Non è, quindi, un film di denuncia, ma la forza con cui arriva allo spettatore è così potente da essere un pugno allo stomaco che non lascia spazio all’immaginazione. Seppur sia facile commentare a posteriori e con i fatti già risaputi, è impressionante quanto l’indifferenza e la negligenza di alcune persone siano costate la vita ad un ragazzo che, dalla sua parte, era stato arrestato “solo” per tossicodipendenza. E le botte ricevute che l’hanno ridotto in fin di vita nel film non si vedono, ma si percepiscono fino all’ultimo centimetro, in un susseguirsi di rabbia, impotenza e incredulità che quasi portano lo spettatore a voler reagire per lui, ad urlare di aprire gli occhi e a vedere la verità dietro quel “sono caduto dalle scale”. E a consolare i familiari che per una serie di motivi burocratici – assurdi – non hanno visto il figlio, o il fratello, per l’ultima volta, non sapendo che dal carcere non sarebbe più uscito. Un carcere che nonostante tutto dovrebbe tutelare, non causare la morte, soprattutto se a provocarla sono “servitori” dello Stato. Un caso di cronaca nera, quindi, che andava raccontato e conosciuto anche nei dettagli più piccoli, per cogliere appieno le sfumature e le ingiustizie che si celano dietro la morte di Stefano Cucchi, e non solo. Ma il film non avrebbe reso allo stesso modo se ad interpretare il ragazzo non ci fosse stato Alessandro Borghi, perché l’attore è Stefano Cucchi. Impressionante, e da brividi, la sua trasformazione fisica ed emotiva, ma ancora di più colpisce il lavoro fatto sulla voce. La registrazione finale, quella vera, è assolutamente identica a quella del film, per una performance che davvero sarà difficile dimenticare. Sulla mia pelle, complice silenzi e parole non dette, arriva al cuore e alla mente di chi in tutta questa storia ha faticato a comprendere le ragioni, ma che allo stesso tempo non si è arreso e ha continuato a lottare per la verità. Per Stefano e per tutte le altre vittime innocenti.
Sulla mia pelle [Italia 2018] REGIA Alessio Cremonini.
CAST Alessandro Borghi, Jasmine Trinca, Max Tortora, Milva Marigliano.
SCENEGGIATURA Alessio Cremonini, Lisa Nur Sultan. FOTOGRAFIA Matteo Cocco. MUSICHE Mokadelic.
Drammatico, durata 100 minuti.