O-o-o-occhi di ghiaccio!
Presentato nel Fuori Concorso della Mostra del Cinema di Venezia edizione 2012, sbarca solo oggi nelle sale italiane The Iceman di Ariel Vromen, ispirato alla vera storia del sicario Richard Kuklinski, detto appunto “Iceman” per la sua firma tipica di congelare i cadaveri in modo da non farli riconoscere.
Kuklinski è stato autore di circa 100 omicidi, commissionati perlopiù dalla mafia e da altre più improvvisate organizzazioni criminali. Il soprannome però si può riferire anche alla fredda e ferrea determinazione che traspare negli occhi del protagonista, rappresentato quasi fosse un robot nel gestire la doppia vita: sicario implacabile e spietato, e padre e marito affettuoso. Assolutamente cinico e impermeabile al rimorso sul lavoro, classico capofamiglia che mette figlie e moglie sopra tutto tra le quattro mura di casa. Famiglia che, del resto, è il concetto fondamentale che, in qualche modo, direttamente o meno, muove le fila della narrazione, come una sorta di Deus Ex Machina: non solo perché Kuklinski fa quello che fa per garantire ai propri cari tranquillità, benessere e affetto anche materiale, ma soprattutto perché il comportamento e il macabro cinismo del protagonista sono inevitabili retaggi della sua infanzia e del rapporto con il padre, come dimostrano i flashback e l’intenso colloquio col fratello omicida/pedofilo nel carcere, senza dimenticare la centralità dei rapporti personali che determinano le scelte del clan mafioso. Famiglia come strumento del destino che determina le scelte personali e che prima o poi presenta il conto, concetto tipico della tragedia classica così come di quelle narrazioni che, sul grande schermo, sono spesso state le eredi principali di questa visione: le epopee criminali. Nel rielaborare questo e altri archetipi del noir, Vromen realizza un film discreto tanto quanto convenzionale, abbastanza coinvolgente tanto quanto assolutamente nella media, che non modifica l’iconografia del genere. Le atmosfere, gli ambienti e le facce sono quelle giuste, anche per merito della funzionale fotografia di Bobby Bukowsky, ma il regista non è riuscito a giostrarsi tra il rispetto degli archetipi e il rinnovamento di questi, rimanendo intrappolato, appunto, in una medietà professionale che non permette di scavare in profondità né di dare una davvero efficace cornice epica al racconto, che scorre freddo e distaccato. Questo, nonostante l’innegabile riuscita di alcune singole scene e di alcuni singoli momenti, che fanno intravedere, tra le righe, una potenziale buona capacità espressiva del regista, così come fanno intravedere quel film più emblematico ed efficace che The Iceman avrebbe potuto essere.
The Iceman [Id., USA 2012] REGIA Ariel Vromen.
CAST Michael Shannon, Winona Ryder, Ray Liotta, Chris Evans, David Schwimmer, James Franco.
SCENEGGIATURA Morgan Land, Ariel Vromen. FOTOGRAFIA Bobby Bukowsky. MUSICHE Haim Mazar.
Gangster, durata 106 minuti.