Grandi piccoli brividi
Quando si parla di fantasmi i fumi del dubbio e del sospetto si alzano sempre alti tra gli scettici, la razionalità impone di spiegare anche ciò che va oltre la nostra comprensione. Capire, anche con il cinismo di chi conduce una trasmissione televisiva che ha come unico scopo quello di smascherare sedicenti medium e di negare fino al parossismo l’esistenza di un altrove o qualcosa che possa non appartenere al nostro mondo.
È così che vive la propria vita il professor Goodman, vuota in tutto se non dalle sue ricerche, fino a quando non gli capiterà di doversi occupare di tre casi, insoluti perfino dal suo idolo e che ora, dopo esser scomparso per decenni, gli ha assegnato per dimostrargli appunto che non tutto può esser razionalizzato.
Ghost Stories nasce come spettacolo teatrale ed è trasposto dai suoi stessi autori al cinema come pellicola a episodi, uniti appunto dalle ricerche del professor Goodman, scettico di natura tanto da non vedere nemmeno quanto la sua stessa realtà con il passare del tempo si stia sempre più inquietamente incrinando. I racconti racchiusi da questa cornice raccolgono molti cliché del genere a partire dal manicomio abbandonato passando per il tipico incidente della macchina in mezzo a un bosco. I fantasmi sono i veri protagonisti, apparizioni che squarciano la realtà, spaventano e inquietano ma lasciano intravvedere la complessa logica di un puzzle scomposto da ricomporre, anche quando essi sembrano essere solo fini a sé stessi, lasciando il dubbio a chi guarda e ascolta.
Ghost Stories dà la sensazione di giocare con lo spettatore, anzi lo fa a lunghi tratti, con l’aspettativa di uno spavento che puntualmente arriva, ma cogliendo anche l’ironia che l’orrore atteso provoca. Nonostante la pellicola rifugga da ogni elemento originale e prenda come base elementi già visti e ben conosciuti, tutto ciò funziona soprattutto grazie a una messa in scena attenta a confezionare un’atmosfera piacevolmente già vista, seppur a volte telefonata, permettendosi anche qualche libertà metanarrativa, funzionale allo svelamento del disegno completo del racconto.
È la somma di tutti questi elementi, per quanto potranno infastidire chi cerca un film di genere puro, che portano Ghost Stories a un grado di leggerezza di racconto privo di compromessi con la paura e tensione, e al piacere di una visione che se ne frega della questione di fondo – credere o meno ai fantasmi – per essere puro godimento di grandi piccoli brividi.
Ghost Stories [id., Regno Unito 2017] REGIA Jeremy Dyson, Andy Nyman.
CAST Andy Nyman, Martin Freeman, Alex Lawter, Paul Whitehouse.
SCENEGGIATURA Jeremy Dyson, Andy Nyman. FOTOGRAFIA Ole Bratt Birkeland. MUSICHE Haim Frank Ilfman.
Horror, durata 98 minuti.