I limiti del corpo e della visione
Ci si pone poca attenzione di solito ma un film è fatto anche di formati e scelte tecniche, per cui dovendo riflettere o giudicare un’opera cinematografica contano tanto le questioni di realizzazione quanto quelle di fruizione. Billy Lynn – Un giorno da eroe, il nuovo film di Ang Lee, è girato in 3D, 4K e 120 fotogrammi al secondo.
In pochissimi però hanno avuto modo di vederlo in queste condizioni, chi scrive nemmeno in 3D per cui il giudizio su questo film è in qualche modo falsato; poco male, visto che neanche i fruitori lo vedranno nelle giuste condizioni di visione, dato che le sale preposte a questo tipo di proiezione si contano nel mondo sulle dite di una mano. Per cui al critico tocca giudicare l’impalcatura del film, come se si recensisse un dipinto dallo schizzo preparatorio o un libro dalla prima stesura. Ma tant’è: il film racconta del ritorno a casa del soldato che dà il titolo al film o meglio, del giorno in cui deve apparire assieme al suo plotone in uno spettacolo per celebrarne le gesta eroiche. Jean-Cristophe Castelli parte dal romanzo È il tuo giorno, Billy Lynn! di Ben Fountain e mescola il grande mito del ritorno del soldato con la riflessione sulla guerra come fonte di spettacolo, utilizzandolo in modo tanto esplicito da sfiorare la didascalia nel parallelo tra lo show durante il football e il campo di battaglia. Lee sembra fare di tutto per ricordarci l’impatto tecnologico del dispositivo, la messinscena è diretta emanazione della ricerca scientifica: abbondano le soggettive, i carrelli a precedere o seguire i personaggi, i primi e primissimi piani per aumentare la percezione di vicinanza dello spettatore ai corpi e per farlo ritrovare letteralmente al centro dello show (una scena di grande impatto anche in 2D). Il punto è che questo lavorio costante non approda a qualcosa di lacerante, l’assunzione del punto di vista di Billy ribadisce solo l’ovvio: ovvero che per gli USA più profondi le bombe in Iraq o un balletto delle Destiny’s Child sono più o meno la stessa cosa. La riflessione del romanzo sul rapporto tra i cardini dell’America e il suo apparato mediatico si stempera in una struttura convenzionale che non sembra credere alle corde intime e ai possibili risvolti dei personaggi, in cui la narrazione e l’emotività procedono deboli, prive di ritmo interno, facendo affiorare un’ambigua mitizzazione dei soldati: figure tragiche, che scelgono di isolarsi nella guerra, di tornare a fare gli eroi anziché avere a che fare con la vita quotidiana risultando ancora più “epici” di quanto il film non ci abbia già mostrato. Peccato che un’enorme montagna tecnologica partorisca un topolino cinematografico: ma ci si potrebbe sbagliare. Magari Guernica non era poi granché dopo il primo abbozzo.
Billy Lynn – Un giorno da eroe [Billy Lynn’s Long Halftime Walk, USA/Gran Bretagna/Cina 2016] REGIA Ang Lee.
CAST Joe Alwyn, Kristen Stewart, Vin Diesel, Garrett Hedlund.
SCENEGGIATURA Jean-Cristophe Castelli (tratta dal romanzo È il tuo giorno, Billy Lynn! di Ben Fountain). FOTOGRAFIA John Toll. MUSICHE Jeff Danna, Mychael Danna.
Drammatico/Guerra, durata 113 minuti.