Una tragedia Hollywoodiana
La locandina originale di Run all Night recita in basso «No sin goes unpunished», «Nessun peccato resta impunito». L’intero film si occupa infatti di riportare all’ordine squilibri, mancanze, vuoti, come una Giustizia che decidesse finalmente di operare, di prendere i pezzi sparsi del puzzle e ordinarli in una figura accettabile di Armonia.
Una solida amicizia lega Jimmy Conlon (Liam Neeson) e Shawn Maguire (Ed Harris), ma Jimmy per salvare suo figlio Mike uccide inavvertitamente il figlio di Shawn, che in cerca di approvazioni paterne era entrato in un pericoloso giro d’affari per lo spaccio di stupefacenti senza averne il carattere e la maturità. Mike, cercando di proteggere la famiglia, resta l’unico incolpevole nel lungo domino di omicidi e dopo aver tenuto il padre fuori dalla propria vita, ritenendolo pericoloso e poco affidabile, ne rivaluta i sentimenti e lo riprende a modello per spirito di sacrificio e abnegazione. Con questo imporsi del tema padre-figlio, del rispetto tra amici-nemici, con il destino che incombe incontrastabile come il sicario assoldato per uccidere Jimmy, quest’opera di Jaume Collet-Serra si erge con un’innegabile tragicità greca. Si veda l’abbraccio tra Jimmy e Shawn, morente per due colpi che lo stesso Conlon gli ha sparato, con un’iconografia che richiama la Pietà e la sua lunga tradizione figurativa. Si veda il precedente inseguimento tra i due, tra binari e treni merce in sosta, un altro topos cinematografico frequentatissimo sin dagli albori della settima arte, tra la tensione della fuga-treno e quella della predestinazione-binario a restare lì uccisi. Forti tratti simbolici sono ovunque. La regia e gli effetti di postproduzione si fanno sentire notevolmente, tanto che a volte si vorrebbero momenti più asciutti, ma non si pecca in eccesso e l’aspetto risultante, che si rifà direttamente al mondo videoludico, non è fuori posto, non è un abito messo al film per renderlo accattivante. Il passare da un luogo ad un altro (questione che tanto aveva acceso i primi teorici cinematografici) senza cesure o dissolvenze, ma simulando una gru impossibile che si alza sulla città, percorre chilometri e si avvicina all’altro luogo entrando direttamente nella nuova scena, ha certo il suo fascino, ma soprattutto dà una forte idea di contemporaneità. Giocare tutto il film su tinte blu e gialle non è un vezzo estetico: in non poche inquadrature l’avere contemporaneamente toni caldi e freddi accentua l’animo dei personaggi in cui convivono passioni, legami sinceri e determinata freddezza. Tutti dettagli che ne fanno un ottimo prodotto di genere, aperto a ulteriori letture, anche grazie a interpretazioni solide e ricche di sfumature.
Run all Night – Una notte per sopravvivere [Run all night, USA 2015] REGIA Jaume Collet-Serra.
CAST Liam Neeson, Joel Kinnaman, Ed Harris, Vincent D’Onofrio, Genesis Rodriguez.
SCENEGGIATURA Brad Ingelsby. FOTOGRAFIA Martin Ruhe. MUSICHE Alan Silvestri.
Azione, durata 114 minuti.