“L’amore liquido”
I sentimenti raccontati da Jeff Nichols, fluttuano nella liquidità “baumaniana” tra forza drammaturgica e idealismo poetico. Dopo i disastri ambientali e patologici dell’intimista Take Shelter, il cineasta scrive e dirige un romanzo di formazione con Matthew McConaughey e la giovane promessa, già malickiana, Tye Sheridan.
Quella di Ellis e Neckbone, due adolescenti che vivono sulle rive del Mississippi, è una “rabbia giovane” implosa, analizzata lucidamente con vocazione folcloristica e sincera spontaneità. Senza creare sospensione o distanziamenti emotivi dallo spettatore, Nichols, ultimo dei classicisti americani, ritrae scorci di vita quotidiana nel profondo sud delle credenze popolari, fra barche, rottami, fil di ferro e qualche pericolosa gang. In Mud la malvagità umana non è rappresentata nel parossismo dell’azione (tranne che in un’estenuante e inutile sparatoria), quanto nell’innocenza dei teenager, violata e depredata dell’idealità sentimentale. Sulle detonazioni improvvise, gli inseguimenti a raffica e i cazzotti sporadici, prevalgono gli sguardi corrucciati del giovane Ellis, un magnetico Tye Sheridan, la sua forza prorompente, il suo equilibrio tra le forze retrive paterne, societarie e criminali, l’occhio lucido ma sempre votato a comprendere il mondo e ad andare oltre il dogmatismo delle autorità. Si parla allora di un’educazione sentimentale in mezzo a individui scissi tra l’impeto irrefrenabile del desiderio e la paura di un legame indissolubile. Amori liquidi. Il quattordicenne ha padre e madre in rotta di collisione, subisce lo scacco della prima delusione amorosa e scopre una nuova figura paterna, piena di premure anche se fin troppo machiavellica nelle questioni affettive. Si chiama Mud (McConaughey), pistolero in fuga da pericolosi criminali e da un passato difficile. Si rifugia su un isolotto dell’Arkansas e lascia Juniper, bionda tatuata a cui è devoto, sulla terraferma ad aspettarlo. I due ragazzini trovano il misterioso fuggitivo grazie ad una delle tante traversate furtive lungo il Mississippi, lo aiutano e rimangono invischiati in una tela di inganni e complotti, ma tra Ellis (Tye Sheridan) e l’uomo braccato si crea sin da subito grande empatia. Rispetto al suo esordio, Shotgun Stories, o al disperato Take Shelter, Nichols sfrutta un registro più leggero da commedia brillante, a cui alterna lo spaccato melò che imprime forza meditativa e drammaturgica alla storia, già sentita e già vista, ma non per questo banale. Come Scott Cooper, sempre in bilico tra autorialità e prodotto mainstream, compone una ballata agrodolce, a tratti ridondante e nostalgica, dietro la cui forma patinata si riconoscono la genuinità e il sincero disincanto del “southern” di frontiera.
Mud [id., USA 2012] REGIA Jeff Nichols.
CAST Matthew McConaughey, Tye Sheridan, Sam Shepard, Reese Witherspoon, Michael Shannon.
SCENEGGIATURA Jeff Nichols. FOTOGRAFIA Adam Stone. MUSICHE David Wingo.
Drammatico, durata 130 minuti.