Oscar ai libri
Su youtube è possibile visionare numerosi medio e cortometraggi d’animazione altrimenti difficilmente raggiungibili; tra questi è possibile vedere anche il vincitore dell’ultimo premio oscar per il miglior cortometraggio d’animazione: The fantastic flying books of Mr. Morris LessMore, di William Joyce e Brandon Oldenburg, prodotto dallo studio d’animazione e d’arte applicata americano “Moonbot studios”.
Il corto ha vinto la concorrenza del nostro Enrico Casarosa, scuderia Pixar, e del suo La luna, che vedremo come apertura di Brave, ultimo lavoro della premiata ditta di John Lasseter, dell’inglese A Morning stroll (Grant Orchard e Sue Goffe) e dei canadesi Dimanche (Patrick doyon) e Wild life ( Amanda Forbis e Wendy Tilby), anche questi ultimi due visibili su youtube.
The fantastic flying books of Mr. Morris LessMore è una dichiarazione d’amore ai libri e alla lettura, un omaggio al potere salvifico delle storie raccontate, così come si legge anche sul sito dello studio.
In un mondo distrutto da un uragano, che ha tolto dai libri parole e lettere, togliendo così anche colore agli ambienti e alle persone, trasformando tutto in un a desolata landa in bianco e nero, Morris LessMore (che assomiglia un po’ a Buster Keaton un po’ a Charlot), scrittore, incontra una giovane donna volante, brillantemente colorata e circondata da libri anche essi volanti: Morris viene affidato dalla ragazza ad un libro, che lo conduce in una casa di campagna. In questa villa vivono centinaia di libri, che, oltre a poter volare, si comportano come umani. Morris si prende cura di loro, regala storie agli avventori (i quali così riacquistano colore) e nel frattempo racconta la propria vicenda, fino a quando arriva il momento di scrivere sull’ultima pagina “the end” e lasciare il testimone a qualcun altro.
Per questo monumento alla lettura e alla sua importanza è stato scelto un tono dichiaratamente favolistico e poetico, in cui la colonna sonora, continua e non opprimente, ha un’importanza fondamentale. Il corto mira ad emozionare e commuovere, e sa giocare bene le sue carte per non incappare nella trappola del sentimentalismo, come la splendida e toccante scena metafora della dipartita di Morris può dimostrare. I libri diventano un’allegoria della vita in senso generale, ma anche delle singole persone, ammalandosi, divertendosi, suonando e giocando come tutti noi. Il corto sembra volerci dire che i libri sono amici, i migliori che abbiamo, e come ogni amicizia che conta va curata regolarmente e con impegno. Anche perché così come gli amici, in molti casi, possono conoscerci meglio di quanto realmente ci conosciamo noi, i libri protagonisti del corto aiutano Morris a capire e realizzare meglio se stesso. Perciò, per lasciare una traccia del nostro passaggio, la cosa migliore è prendere penna e carta, sedersi sulla sedia e scrivere la nostra storia, la nostra vita.