L’assedio di Bengasi
Libia, 2012. Dopo 42 anni di dittatura, Gheddafi viene deposto, scovato e ucciso, lasciando un Paese nel caos della guerra civile. Nel mezzo ci si ritrova Jack, un agente di stato, una specie di mercenario con molti anni di preparazione militare alle spalle, che negli Stati Uniti ha una vita da civile, ma per mantenere la sua famiglia partecipa a delle missioni all’estero.
Lui e altri cinque GRS, guardie di sicurezza speciali, stanziano nella dépendance della Cia a Bengasi a pochi metri dalla casa dell’ambasciatore americano rientrato da poco, che una sera viene attaccata. 13 Hours parte da una storia vera, passata in secondo piano perché considerata un piccolo effetto collaterale e non una delle dispendiose – sia a livello economico che di vite umane – guerre intraprese dagli Usa. Michael Bay non delude neanche con questa pellicola adrenalinica, costante e mai noiosa nonostante i suoi 144 minuti, veritiera e stranamente non palesemente di parte. Per una volta i musulmani mediorientali non sono tutti fanatici che odiano gli americani invasori, sono anche giovani ragazzi dal fisico statuario e la barba d’ordinanza che si armano e combattono per il loro popolo e che aiutano addirittura gli uomini dell’intelligence americana e gli agenti di stato. La maggior parte del film si svolge in una notte, la notte della battaglia, la notte che lascia il posto a un’alba insanguinata, dove si fa il conteggio dei morti, dove si piangono i cadaveri, sia americani che libici, messi quasi sullo stesso piano. 13 Hours non riesce comunque a distaccarsi totalmente e a essere super partes, Bay racconta la vicenda dal punto di vista dei suoi connazionali, americani ospiti in un Paese straniero e non in guerra, che non intervengono invadendo lo spazio aereo ma si limitano a osservare dai loro avamposti sicuri, raccogliendo superstiti e caduti con tutti gli onori del caso. Non mancano le frasi a effetto, il cameratismo portato all’esasperazione, le lacrime e qualche frase sul senso della vita, eppure l’ultima faraonica opera del regista di Transformers non lascia indifferenti: esteticamente perfetto, non stucchevolmente di parte e con un ritmo costante che non fa mai distrarre lo spettatore.
13 Hours – The Secret Soldiers of Benghazi [id., USA 2016] REGIA Michael Bay.
CAST John Krasinski, Freddie Stroma, Toby Stephens, Pablo Schreiber, David Denman.
SCENEGGIATURA Chuck Hogan (tratta dal libro Thirteen Hours: A Firsthand Account of What Really Happened in Benghazi di Mitchell Zuckoff). FOTOGRAFIA Dion Beebe. MUSICHE Lorne Balfe.
Azione, durata 144 minuti.