Realismo psicologico
Esordio nel lungometraggio di finzione dei documentaristi Silvia Luzi e Luca Bellino, Il cratere è sicuramente iscrivibile a quel “cinema del reale” che ibrida fiction e documentario e nel quale si muovono molti registi italiani contemporanei, come per esempio Di Costanzo, Carpignano e Marcello.
Un tipo di cinema che può prendere inoltre diverse traiettorie narrative, tematiche e formali, dall’impegno sociale de L’intrusa alla storia di formazione criminale di A Ciambra, fino ai toni fiabeschi di Bella e perduta.
E a giudicare dalla loro opera prima, Luzi e Bellino sembrano indirizzarsi verso un certo “realismo psicologico”, che dà spazio soprattutto alla vita interiore dei protagonisti. Qui − nel raccontare la storia di Rosario, un padre campano che costringe la figlia adolescente Sharon a diventare una cantante neomelodica −, gli autori praticamente ignorano il contesto sociale e gli ambienti in cui si svolge la vicenda (il sud frustrato e sottoproletario attratto dalle luci delle tv locali) per concentrarsi quasi completamente sulle emozioni e le evoluzioni dei loro personaggi. Il tutto tramite una regia composta quasi esclusivamente da dettagli e primi piani, tesa a creare delle immagini claustrofobiche che trasmettono il senso di soffocamento vissuto dalla ragazza, costantemente controllata da un padre tiranno e incapace di ogni empatia. L’estrema vicinanza della cinepresa ai personaggi non serve però solo a creare un’atmosfera asfittica e opprimente, ma anche a concentrarsi sui volti dei protagonisti, sulle loro espressioni e sui loro piccoli mutamenti. Girato con attori non professionisti che interpretano sostanzialmente se stessi, il film scruta i suoi soggetti in modo minuzioso e meticoloso: se nella prima parte le attenzioni vanno soprattutto a Sharon, ai suoi pianti e alla sua voglia di libertà, nella seconda la regia si sposta prevalentemente su Rosario, ritratto come un uomo dalla psiche alienata e turbata che cerca di riscattare i propri fallimenti attraverso i successi della figlia. Elementi che non emergono soltanto tramite le scelte linguistiche citate, ma anche con una narrazione minimale che privilegia i momenti morti alla concatenazione degli eventi per dare maggiore spazio alle sfumature psicologiche dei protagonisti.
Una serie di caratteristiche stilistiche e narrative che formano un film indubbiamente grezzo e difficile, ma comunque assolutamente coerente nelle sue scelte formali e drammaturgiche, finalizzate a realizzare un cinema in cui il realismo non serve tanto a delineare un contesto o un ambiente sociale, quanto a osservare i suoi personaggi e a scavare nella loro interiorità.
Il cratere [Italia 2017] REGIA Silvia Luzi, Luca Bellino.
CAST Rosario Caroccia, Sharon Caroccia, Tina Amariutei, Assunta Arcella, Imma Benvenuto.
SCENEGGIATURA Silvia Luzi, Luca Bellino, con la collaborazione di Rosario Caroccia. FOTOGRAFIA Silvia Luzi, Luca Bellino. MUSICHE Alessandro Paolini.
Drammatico, durata 93 minuti.