Il nuovo cinéma de papa
Bisogna ammettere che Eric Toledano e Oliver Nakache hanno saputo costruire una forma di autorialismo efficace nell’intercettare un pubblico di riferimento preciso e allargato. Il successo considerevole di Quasi amici – film tanto ricattatorio quanto intelligente – ha comportato l’emersione di un’operazione determinata dallo sfruttamento commerciale di uno stile ben riconoscibile (quello legato al cinema francese medio impegnato).
In ogni caso, il cinema di cui trattiamo, ha caratteristiche ben definite: un tono impegnato e leggero, il multiculturalismo come tematica portante, attori ricorrenti (Omar Sy su tutti), la risata come contrappunto fisiologico atto a stemperare la tragicità delle vicende e un pubblico di riferimento di cultura medio-alta e di età adulta. Un cinéma de papa a tutti gli effetti. Il nuovo Samba non fa che confermare, non senza una certa stanchezza, tali regole. Samba Cissé (Omar Sy) è senegalese e vive a Parigi con lo zio (interpretato dal bravissimo Youngar Fall). Ritrovatosi clandestino dopo anni di lavoro come lavapiatti, si rivolge a un’associazione che si occupa di dirimere le questioni giuridiche dei migranti. Lì conosce Alice (Charlotte Gainsbourg) una giovane donna reduce da problemi di nevrosi: tra i due nascerà, giustamente, una storia d’amore. Nel frattempo, Samba attende che la propria situazione si risolva e, assieme all’amico Wilson (Tahar Rahim), recupera falsi documenti e si districa nei più disparati mestieri. Una storia, dunque, che intercetta in modo esemplare la tematica sopraccitata, a partire dall’illustrazione di un universo multiculturale fatto di sfruttamenti (i caporali che giorno per giorno reclutano illegalmente i migranti) e di gerarchie. Queste ultime emergono nella suddivisione dei lavori sulla base del pregiudizio etnico (i brasiliani lavavetri, i senegalesi muratori) e dalla vita sociale apparentemente meno dura di alcune minoranze rispetto ad altre (Wilson che nasconde le proprie origini algerine e si finge brasiliano). Il tema dell’uguaglianza sul piano sentimentale e umano fra migranti e francesi emerge in modo evidente nel plot amoroso che vede Samba e Alice attratti l’uno dall’altra, nonostante gli opposti universi di riferimento: entrambi si ritrovano a dover affrontare problemi di differente entità ma di uguale intensità. Purtroppo a tanta precisione rispetto alla strutturazione del messaggio, non corrisponde un’altrettanto solida architettura del racconto. Lacunosa e prevedibile, la vicenda trova una svolta posticcia e troppo inverosimile che si conclude in modo eccessivamente sbrigativo. Un vero peccato.
Samba [id., Francia 2015] REGIA Olivier Nakache, Eric Toledano.
CAST Omar Sy, Charlotte Gainsbourg, Tahar Rahim, Izia Higelin, Youngar Fall.
SCENEGGIATURA Olivier Nakache, Eric Toledano, Delphine Couiln, Muriel Coulin. FOTOGRAFIA Stéphane Fointaine. MUSICHE Ludovico Einaudi.
Commedia, durata 116 minuti.