La solitudine di chi cerca il vero
Sceneggiatore di popcorn movies di incerto successo – Amazing Spiderman, RoboCop – e firma di uno dei più sottovalutati script messi in scena da David Fincher, Zodiac, James Vanderbilt esordisce alla regia con un lungometraggio di solida inchiesta giornalistica, incentrato sulla vicenda che segnò il licenziamento di Mary Mopes, eccellente produttrice del programma televisivo 60 Minutes per l’emittente CBS, dopo una controversa inchiesta sul passato di George W. Bush nell’esercito, a ridosso delle elezioni che ne rilanciarono il mandato presidenziale nel 2004.
Truth – Il prezzo della verità, tratto dal libro Truth and Duty: The Press, the President and the Privilege of Power, scritto dalla stessa giornalista a un anno dagli eventi narrati, si muove senza infamia e senza lode lungo il crinale della ricostruzione dei fatti, omaggiando il profilo della Mopes e dei suoi collaboratori, non ultimo il conduttore di 60 Minutes Dan Rather, grazie a una scrittura serrata e a una messinscena mai ammiccante, e tuttavia incapaci di eludere una sensazione di prevedibile convenzionalità. Non si può tacere un confronto con il film giornalistico del 2015, il premiatissimo Il caso Spotlight, altrettanto fondato sull’intransigenza e sul rigore del mestiere di chi vive delle e per le notizie, che nella medietà delle proprie scelte dimostrava tuttavia una maggiore organicità, un impianto più compatto e uniforme di cui Vanderbilt, lodevole nelle intenzioni, non è purtroppo altrettanto capace nei risultati finali. La vicenda del ritrovamento di alcune presunte prove sulla cattiva condotta militare di Bush, mai davvero verificate per l’insabbiamento che l’indagine subì su pressione del mondo politico da una parte e del business televisivo dall’altro, trova il suo snodo di più vivo interesse nel tentativo di intrecciarsi alla vita personale della sua protagonista, alle spalle una storia di violenze familiari e desiderio di riscatto, dimostrando la solitudine della sua lotta laddove alla ricerca della verità si sovrappongono i privilegi del potere e l’atteggiamento supino delle amministrazioni giornalistiche. Il film persuade dunque soprattutto sul fronte strutturale, restituendo un anomalo e doloroso arco narrativo in discesa libera verso l’offuscamento della verità, di cui i principali e orgogliosi contendenti sono gli interpreti Cate Blanchett e Robert Redford, capaci di una performance semplicemente cristallina che echeggia senza sbavature nelle prove dei comprimari Elisabeth Moss, Topher Grace e Dennis Quaid, ma non basta a fare del film un’opera di pieno interesse. Soltanto l’ennesimo racconto giornalistico per il cinema, che molta buona televisione degli ultimi anni aveva già ampliamente doppiato in pista, fondato sull’orgoglio di rilanciare una denuncia, in fondo, ormai ben nota a prescindere.
Truth – Il prezzo della verità [Truth, USA/Australia 2015] REGIA James Vanderbilt.
CAST Cate Blanchett, Robert Redford, Elisabeth Moss, Topher Grace, Dennis Quaid.
SCENEGGIATURA James Vanderbilt (tratta dal libro Truth and Duty: The Press, the President and the Privilege of Power di Mary Mopes). FOTOGRAFIA Mandy Walker. MUSICHE Brian Tyler.
Drammatico, durata 121 minuti.