DC si aggiudica questo round
Esaurito il successo commerciale ma certamente non artistico di Aquaman, la DC torna ad ampliare il proprio universo cinematografico con un supereroe vecchio quanto Superman eppure sconosciuto ai più: Capitan Marvel, poi ribattezzato Shazam per l’omonimia col personaggio Marvel il cui film è stato distribuito nelle stesse settimane.
Se il Marvel Cinematic Universe ci ha insegnato qualcosa è che anche i personaggi meno popolari possono farsi valere con un film adeguato a introdurli al pubblico che non legge i fumetti, ed ecco che, forse per la prima volta, la concorrente DC apprende l’arte anziché scimmiottarla. Shazam! mette da parte o, piuttosto, rende obsoleti i toni scuri e drammatici, echi ormai lontani della trilogia nolaniana, e pure il ridicolo machismo di Jason Momoa, e racconta con confidenza una storia autosufficiente e moderna, spassosa eppure capace di coinvolgere. Bastano poche righe di trama per comprendere quanto moderna sia la storia di Billy Batson: un adolescente problematico ma dall’animo fondamentalmente buono, che viene scelto da un mago per ereditare il potere di liberare il proprio massimo potenziale, trasformandosi in un super-adulto ogni volta che pronuncia la parola “shazam”. Billy non sa di essere stato scelto unicamente per disperazione e non perché ritenuto degno: infatti l’anziano mago era in fin di vita dopo che il Dr. Sivana (l’efficace Mark Strong) lo ha derubato del potere proibito dei sette peccati capitali. Quest’ultimo, da bambino, non era stato ritenuto degno di trasformarsi in Shazam e ha quindi dedicato la propria vita a rintracciare il mago, diventando l’ombra del supereroe che non è potuto essere.
È quasi superfluo dire che Billy, un orfano in cerca della sua vera famiglia, vive in modo giocoso la propria trasformazione in adulto e usa i superpoteri per soddisfare i propri interessi personali, comprare la birra e manomettere i bancomat. Se appare altrettanto scontato dire che egli dovrà vivere una crescita emotiva, e che la nascita di un legame con la famiglia adottiva coinciderà con l’accettazione della grande responsabilità che deriva dai superpoteri, tuttavia, ciò che rende speciale Shazam! è la qualità dell’intreccio, un meccanismo a orologeria che sfiora la perfezione. Un film di supereroi moderno deve necessariamente essere divertente, autoironico o dissacrante, ma – e questo è un imperativo che spesso ci si scorda per la foga di proporre qualcosa di diverso – deve farcela a rifondare quel mito antiquato degli eroi in calzamaglia e, almeno per un momento, farci credere in tutti quei buoni sentimenti che sono parte integrante del genere. Shazam! ci riesce appieno grazie a una sceneggiatura fatta ad arte e ben confezionata per un pubblico giovane, senza scivoloni né improvvise pretese di drammatica serietà, e all’ottima interpretazione di Zachary Levi, che convince nei panni di un super-adolescente piombato nel corpo di un adulto.
Shazam! [id., USA 2019] REGIA David F. Sandberg.
CAST Zachary Levi, Mark Strong, Djimon Hounson, Asher Angel, Jack Dylan Grazer.
SCENEGGIATURA Henry Gayden, Darren Lemke. FOTOGRAFIA Maxime Alexandre. MUSICHE Benjamin Wallfisch.
Commedia/Azione, durata 132 minuti.