SPECIALE IL CINEMA SI RACCONTA
… e il cinema cambiò
Se c’è ancora chi vi chiede da cosa nasce e perché continua il vostro amore verso il Cinema, fategli vedere Hitchcock/Truffaut, il documentario di Kent Jones che racconta la genesi dell’incontro tra i due registi che divenne poi un libro fondamentale per ogni cinefilo.
Il cinema secondo Hitchcock è la Bibbia per ogni persona che si accinge ad occuparsi di cinema in ogni veste, in quanto racchiude in sé alcuni rudimenti sulla settima arte. Con esso si studia la differenza tra suspense e paura, l’uso della macchina da presa e l’arco di trasformazione dei personaggi, grazie anche ai numerosi esempi tratti dai titoli della lunga carriera di Hitchcock. La dettagliata intervista che Truffaut fece al maestro inglese è una testimonianza fondamentale, e oggi questo documentario ci restituisce le atmosfere e il clima che si respirarono in quel lontano 1962, attraverso l‘audio originale delle registrazioni e le foto di Philippe Halsman. Oltre ai documenti d’epoca, Jones intervista alcuni registi che da quell’incontro impararono i ferri del mestiere: e così tra i tanti scorrono le parole di Scorsese, Wes Anderson, Bogdanovich e Fincher. Non siamo però innanzi ad un polpettone semiotico adatto solo agli addetti ai lavori, anzi la struttura, semplice ma allo stesso tempo sviscerata, rende Hitchcock/Truffaut un documento basilare per un pubblico disposto a farsi ammaliare ancora dalla magia del Cinema. Truffaut ammirava e riconosceva l’importanza del lavoro del suo intervistato da tempi non sospetti, e quindi gli venne facile dover certificare questa urgenza. Ed è in questo che il film ha uno dei suoi punti di forza. La voglia di registrare per tramandare ai posteri il riconoscimento di un Autore che, al pari di ogni altro protagonista, necessita di essere portato alla Storia. Segmentando e sezionando i tanti colpi di genio che sono presenti nelle sequenze, si tramanda una particolare messa in scena che si svincola dalla mera artigianalità, che Hitchcock possedeva (e per la quale Truffaut si batteva) grazie alla militanza nel cinema muto. Nascono in quei giorni un’amicizia e una complicità che continueranno fino alla morte di Hitchcock e che, allo stesso tempo, furono promotrici di una critica costruttiva anche se tardiva. Dopo l’intervista Hitchcock realizzerà solo tre pellicole e ciò è dovuto, come suggerisce l’analisi di Jones, anche al fatto che ripercorrere la propria arte fu la scintilla per riconsiderare la propria carriera. La cosa non gli fece che onore, se si pensa che all’epoca Hitchcock aveva più di sessant’anni e aveva girato un’ infinità di film. Un’umiltà che appartiene solo ai grandi, e che alla fine di Hitchcock/Truffaut commuove, facendoci pensare che di geni così ne nascono pochi nella Storia.
Hitchcock/Truffaut [id., Francia/USA 2015] REGIA Kent Jones.
CAST Alfred Hitchcock, François Truffaut, Olivier Assayas, Peter Bogdanovich, Kiyoshi Kurosawa, Wes Anderson, Arnaud Desplechin, James Gray, Martin Scorsese, Paul Schrader, Richard Linklater, David Fincher.
SOGGETTO Serge Toubiana, Kent Jones. FOTOGRAFIA Lisa Rinzler, Genta Tamaki, Mihai Malaimare Jr., Éric Gautier, Daniel Cowen, Nick Bentgen. MUSICHE Jeremiah Bornfield.
Documentario, durata 80 minuti.
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