Rischiare oltre i limiti
Voi credereste ad uno sconosciuto che vi contatta dicendovi che sotto di voi, alla base del sedile della vostra auto in cui siete seduti, c’è una bomba pronta ad esplodere non appena proviate ad alzarvi? Al principio forse no, ma dopo che la voce vi avrà, con estrema precisione, comunicato l’ammontare dei vostri conti in banca e vi avrà detto di volere fino all’ultimo centesimo prima di disinnescare la bomba, il sospetto diverrà prima ansia, poi paura, infine terrore.
La vittima del ricatto è Carlos, abile gestore di una banca che si muove ardita nel magma finanziario, approfittando − nel senso testuale di fare profitto − delle esplosioni di mercato e dei fuochi lontani di fortune che vanno in fumo in una mattinata. Ma le fiamme possono divampare ovunque, anche tra gli investimenti dei suoi clienti e non pochi sono quelli che avendo creduto alle profittevoli promesse di Carlos hanno messo tutti i loro averi su titoli ad alto rischio, perdendo tutto e scottandosi a vita. Lucas è uno di questi, ha perso la casa, il lavoro, la fiducia dei conoscenti e infine sua moglie che poi non riuscendo più a sostenere le difficoltà ha scelto il suicidio. È lui “El desconocido” che contatta Carlos una mattina qualunque in cui per caso fortuito è lui ad accompagnare i figli a scuola. La moralità di Carlos è dubbia, e ragionando a mente lucida dopo le tumultuose reazioni in sala, anche criminale, truffaldina: non è con lui che lo spettatore si identifica, istintivamente lo si disapprova, lo si riconosce come pedina consenziente di un meccanismo perverso come quello finanziario. Tant’è che per recuperare soldi Carlos chiama alcuni dei suoi migliori clienti proponendogli un falso investimento, versato direttamente nel conto di Lucas, e di tale atteggiamento si giustifica, ritenendolo in fin dei conti anche legale, dal momento che i clienti hanno accettato il rischio di perdere l’intera somma. Il regista sa bene, come da lezione hitchcockiana, che è la vittima innocente quella che crea più empatia, in questo caso i due figli, la cui presenza casualissima è ingrediente perfetto. Ricordate il finale di Sabotaggio (1936), scena maestra di ogni thriller a venire? Desconcido è come se prolungasse quella scena fino ad occupare l’intero film. Il suo valore però, più ci si avvicina alla risoluzione, più si distacca dal semplice intrattenimento, aggiungendo sfumature sociali − la crisi della famiglia, l’eticità nel lavoro, l’esistere umano ridotto a sopravvivenza economica − forse più incisive che nei film dichiaratamente impegnati. Una nota di merito va a Luis Tosar, attore protagonista, per l’estremo realismo ottenuto.
Desconocido – Resa dei conti [El desconocido, Spagna/Francia 2015] REGIA Dani de la Torre.
CAST Luis Tosar, Paula del Rio, Marco Sanz, Javier Gutiérrez.
SCENEGGIATURA Alberto Marini. FOTOGRAFIA Josu Inchaustegui. MUSICHE Manuel Riveiro.
Thriller, durata 102 minuti.