Ciao merde!
Esporsi pubblicamente in prima persona non è mai facile: raccontare o rappresentare se stessi, che sia per radio, in un libro o film, comporta sempre dei grossi rischi. Il primo, il più problematico, è quello di perdere la reale percezione di sé e dare troppo seguito a una certa tendenza narcisistica di rappresentarsi come si vorrebbe essere. La seconda è quella di cedere di fronte al timore del giudizio esterno e perdere la forza che realmente spinge a raccontarsi.
On Air – Storia di un successo si avvicina più al primo dei due casi, Marco Mazzoli, nella pellicola che racconta le sue vicissitudini professionali fino alla nascita de Lo zoo di 105, si sente pieno del suo personaggio, s’inebria della propria figura di autore che non segue le regole. Il narcisismo diviene chiaramente croce e delizia del film: se da un lato l’intelligenza del suo protagonista riesce a guardare alla propria vita con ironia prendendosi spesso poco sul serio, dall’altra l’ego di una persona ben conscia di quel che rappresenta nel mondo radiofonico italiano è straripante, anzi cannibale. On Air usa come pretesto il ghostwriter che scrisse il romanzo da cui è tratta la pellicola, un triste e solitario scrittore intellettualoide, per tenere unite tutte le tappe della vita di Mazzoli. Dalla passione come speaker radiofonico nata casualmente da bambino ai vari tentativi di entrare in radio di provincia, l’incontro con Claudio Cecchetto e l’arrivo a 105, in mezzo ovviamente il rapporto con i genitori e la ricerca dell’amore. Com’è intuibile, al centro di tutto c’è Mazzoli e quasi solo Mazzoli. Allo Zoo di 105, contrariamente da quello che il sottotitolo fa intuire, viene in fondo relegato uno spazio marginale: è vero, la pellicola prende inizio proprio nel 2011 quando il programma subì un forte rimescolamento, ma raramente i contenuti del programma sono i veri protagonisti in On Air. È vero anche che Lo Zoo è il culmine di tutte le esperienze del suo creatore, e quindi il percorso di crescita ha senso, ma è davvero necessario sapere di quella volta che ha rubato i soldi a suo padre per comprare una Porsche o di come ha incasinato tutto con le sue diverse ragazze? Anche il rappresentarsi come uno stupido in fondo ha principalmente l’interesse di soddisfare un proprio ego narcisistico, che lo rappresenta come colui che è riuscito lo stesso ad arrivare nonostante tutte le cazzate combinate. On Air ha un pregio fondamentale: è sincero nel proprio messaggio. Per quanto didascalico e ridondante sia quest’ultimo, l’urgenza di credere nei propri progetti è di fatto l’elemento più pulito, nonostante i continui giochi metacinematografici interferiscano su tutto il narrato. Alla fine rimane lo stesso l’amaro in bocca, più che altro per aver perso un’occasione di raccontare dall’interno realmente cos’è Lo Zoo, invece che diventare pretesto da parte del suo autore per raccontare se stesso. On Air dividerà sicuramente, come tutto il resto fatto da Mazzoli, con la differenza che qui non sarà per i suoi dogmi espressivi, ma tra chi fedelmente (e ciecamente) lo segue da sempre e chi invece lo boicotta (altrettanto ciecamente) a priori.
On Air – Storia di un successo [Italia 2016] REGIA Davide Simon Mazzoli.
CAST Marco Mazzoli, Chiara Francini, Giulio Greco, Giancarlo Giannini.
SCENEGGIATURA Davide Simon Mazzoli, Ugo Chiti. FOTOGRAFIA Fabio Cianchetti. MUSICHE Andrea Farri.
Biografico/Commedia, durata 119 minuti.