La buona novella
Tutti aspettavano il film politico “di Moretti”. Di sicuro scomodo e anticlericale visto il tema trattato. Invece no. Niente blasfemie o scandali vaticani. Anzi, vediamo cardinali bonaccioni e ingenui, così come un Papa, appena eletto, che si sente inadeguato nel ricoprire un ruolo troppo importante.
La stampa quotidiana è spiazzata: se a sinistra trapela una certa delusione per una pellicola “poco impegnata”, a destra, e soprattutto tra i fedeli sostenitori del Premier, il film del girotondista Moretti è da criticare e basta. “Moretti è alla frutta” – “Se voleva rappresentare la crisi di un uomo chiamato ad un ruolo troppo gravoso per lui, poteva immaginare un leader di sinistra” ed un sacco di altre interessanti analisi, chiamate ancora “giornalistiche”, che, ogni giorno, riempiono le pagine de Il Foglio, Libero, Il Giornale. L’informazione cattolica – e questa non è una novità – chiede di boicottare il film, ma tra i vaticanisti si tira un sospiro di sollievo. Diversi prelati dicono: “non offende, è una bella commedia”. Di fronte ad un film sulla Chiesa, chissà perchè, temono sempre il peggio.
Se, in fin dei conti, laici ed uomini di fede confessano di essersi divertiti, tutti storgono un pò il naso: i denigratori sospettando che il ruffiano regista nasconda astutamente significati reconditi (ma senza capire quali), i morettiani vedendo un Nanni troppo lontano dai tempi dell’indignazione di piazza Navona.
Quando De Andrè uscì con un disco interamente dedicato a Cristo, negli anni della contestazione giovanile, furono in molti a chiedersi il perché. Il Papa di Moretti, suscita gli stessi dubbi. Ma un film che parla dell’insicurezze di un uomo e della rinuncia al potere può far riflettere su chi, al contrario, il potere lo vuole trattenere ad ogni costo? A cinque anni da Il Caimano, etichettato come militante e profetico (viste le vicende giudiziare di Berlusconi), Moretti sente, in verità, la necessità di non cadere nuovamente nel calderone politico, convinto che, in un momento storico in cui il Berlusconismo ha annientato il dibattito pubblico, dire qualcosa di sinistra o ribadire i principi dell’ateismo è controproducente o del tutto inutile. In effetti, come diceva già ne Il Caimano, “tutti sanno già tutto, chi voleva sapere sa. Su cosa bisogna ancora informare?”. Così, su Darwin e la Creazione basta solo una battuta, come sull’Anima e l’Inconscio, sui privilegi del Vaticano o sul tabù del sesso in Chiesa e la necessità di cambiamento. E infine l’allusiva e divertente trovata di un cardinale che sognava di fare l’attore ma, non essendo portato, non riesce ad immaginarsi nel ruolo di Pontefice.
Al di là delle chiavi di lettura – e a differenza dell’opera di De Andrè – la “buona novella” di Moretti non è un capolavoro. Rispetto a quella critica entusiata (e al tempo stesso denigratoria) che ha visto il miglior film del regista “perché capace di mettere da parte la sua ingombrante presenza ed esibire una regia di qualità che dimostra la maturità dell’autore”, è forse più attendibile chi parla di un’idea interessante che avrebbe potuto trovare uno sviluppo migliore.
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