Inquadrare il male
L’11 aprile del 1961 ha inizio a Gerusalemme il processo a carico di Adolf Eichmann, il funzionario nazista considerato principale organizzatore dello sterminio degli ebrei nei campi di concentramento. La circostanza del processo diventa un’occasione mediatica che il produttore tv Milton Fruchtman non può non cogliere, e da qui inizia la storia di The Eichmann Show, film nato per la televisione e targato BBC, in questi giorni anche nei cinema italiani per la ricorrenza del Giorno della Memoria.
La vicenda intreccia il percorso di Fruchtman, impegnato a ottenere i permessi formali dal governo di Israele per effettuare le riprese del processo, a quello del regista statunitense Leo Hurwitz, da dieci anni nella “lista nera” di McCarthy, cui Fruchtman affida l’orchestrazione visiva della diretta. Il primo nodo che il film di Paul Andrew Williams mette in campo è naturalmente quello delle conseguenze che questa operazione mediatica avrebbe effettivamente portato con sé: il processo, trasmesso in tutto il mondo a partire da USA e Gran Bretagna, includendo naturalmente la Germania e Israele tra i propri spettatori, a fronte delle scioccanti testimonianze dei sopravvissuti ai campi di sterminio avrebbe definitivamente confermato, sedici anni dopo la fine della guerra, l’orrore reale dell’Olocausto. Da qui l’etichetta, affibbiata anche al titolo italiano del film, di “processo del secolo”. Le implicazioni mediatiche di questa rivelazione non possono che essere affidate alla qualità umana dei loro responsabili: Fruchtman e Hurwitz affrontano dunque la diretta tv con una doppia tensione, quella di diffondere una testimonianza ancora rimossa e, allo stesso tempo, indagare la natura intima del principale imputato. Fruchtman desidera dare organicità visiva all’operazione, Hurwitz non può non concentrarsi sul volto di Eichmann, che la regia di Paul Andrew Williams restituisce modellando il film come un sapiente ordito di finzione e repertorio della diretta originale. Martin Freeman e Anthony LaPaglia dosano con profonda consapevolezza le emozioni che abitano i loro personaggi in quanto primi spettatori della loro stessa iniziativa: la rabbia e il desiderio di smascherare il male da una parte, lo stupore attonito nel percepirne la banalità dall’altra. La confezione tv del film, impeccabile nella medietà linguistica che lo contraddistingue, combina alla massima accessibilità il rigore di una sentita adesione alla materia trattata. Quello della tv è, forse, un teatro di rielaborazione ormai perduto: con tutti gli sforzi e il lavoro che può comportare, il film tenta di rivendicarne la passata dignità.
The Eichmann Show – Il processo del secolo [The Eichmann Show, Gran Bretagna 2015] REGIA Paul Andrew Williams.
CAST Martin Freeman, Anthony LaPaglia, Rebecca Front, Andy Newman.
SCENEGGIATURA Simon Block. FOTOGRAFIA Carlos Catalan. MUSICHE Laura Rossi.
Drammatico/Storico, durata 90 minuti.