Brividi felini
Ad un certo punto in Lego Ninjago – Il film compare un gatto. Un gatto vero in carne, pelo e ossa, non un “gatto Lego”. Il micio irrompe nel mondo costruito a mattoncini con effetti devastanti, esattamente come capita nelle case in cui bambini (o, diciamolo, anche adulti) che con i Lego costruiscono navi e castelli convivono con gatti sempre pronti a far ricominciare il lavoro ai loro padroncini/padroni.
Al di là dei ricordi personali e dei link mentali all’infanzia, la comparsa del felino, scappatoia sempre sicura, la dice lunga su quanto al terzo lungometraggio il franchise della Lego inizi ad avere il fiato corto e a perdere lo smalto e la verve mostrate nel primo The Lego Movie (2014) e in buona anche nel pur un po’ irrisolto Lego Batman (2017). Due film che avevano i loro punti di forza da un lato nella rielaborazione cinetica, spesso causa di gag (il movimento goffo, l’espressione facciale così come la possibilità di scomposizione e ricomposizione fisica), delle caratteristiche del gioco a mattoncini e, di conseguenza, nella rielaborazione del suo ruolo nell’immaginario, nella “nostalgia” e nella “biografia” collettive, dall’altro nell’approccio parodico, pop, burlesco e talvolta irriverente verso i modelli narrativi e mediali di riferimento. Si vedano il Batman nevrotico di Lego Batman o le numerosi e spesso esilaranti citazioni che costellano i due film precedenti. Elementi che avevano fatto dell’approdo dei mattoncini sul grande schermo – senza dimenticare la lunga serie di cortometraggi spesso ancora più incisivi – uno degli esperimenti più interessanti e divertenti nel panorama dell’animazione commerciale e mainstream degli ultimi anni. Non è che in Lego Ninjago, la versione lunga della miniserie inaugurata nel 2011, tutto questo manchi: è che viene ripetuto stancamente, diventando maniera e perdendo efficacia. A poco serve un impianto scenografico accattivante, forse l’aspetto più interessante dell’opera, se le gag funzionano poco – pur con una manciata di momenti ancora divertenti: i protagonisti sono poco carismatici e recuperano senza troppi sforzi di rielaborazione caratteristiche dei personaggi dei due film precedenti, con una narrazione che avanza verso l’obiettivo della morale per i più piccoli. Nulla di male, di per sé, in quest’ultimo punto; il problema è che anche in quest’ottica lo svolgimento è da compitino fatto di malavoglia da chi si accontenta di una sufficienza, un po’ banale nello svolgimento come nelle conclusioni. Se Lego Batman soffriva del poco amalgama tra la parte ironica e pop per gli adulti e tra quella educativa per i bambini, in Lego Ninjago si è deciso di eliminare quasi totalmente il primo aspetto, senza però guadagnare nulla in forza narrativa, in coinvolgimento e in carisma. E poco può il gatto.
Lego Ninjago – Il film [The Lego Ninjago Movie, Usa/Danimarca 2017] REGIA Charlie Bean, Paul Fisher, Bob Logan.
CAST (DOPPIATORI ORIGINALI) Dave Franco, Justin Theroux, Jackie Chan, Michael Pena.
SCENEGGIATURA Paul Fisher, Bob Logan, Hilary Winson. MONTAGGIO Julie Rogers. MUSICHE Mark Mothersbaugh.
Animazione, durata 101 minuti.