Iconoclaste ma con garbo
Il sempre troppo lento cambiamento dell’industria cinematografica ha finalmente cominciato a mostrare qualche risultato con l’occhio di attenzione che molti registi hanno dedicato a donne protagoniste, reali o inventate.
Tra quelle reali c’è Colette, scrittrice, attrice e iconoclasta francese vissuta a cavallo tra il diciannovesimo e il ventesimo secolo. Colette – protagonista dell’omonima biopic – nasce nella campagna francese e, dopo aver sposato il famoso scrittore Willy (alias Henry Gauthier-Villars, praticamente un influencer ma nel tardo 1800), si trasferisce a Parigi. È lì che diventa non proprio volontariamente una ghostwriter per il marito, e una figura centrale della vita culturale della città, tra libri, spettacoli teatrali, mode, oltre a una pioniera dell’emancipazione delle donne. È chiaro che il regista Wash Westmoreland, l’attrice protagonista Keira Knightley e tutto il team del film nutrissero un amore infinito per la loro eroina. C’è molto di bello e pregevole in Colette: la sua protagonista è trattata in maniera intelligente e divertente, e la sua vita presentata senza glissare sugli aspetti meno piacevoli, come quanto fosse tremendo suo marito e quanto fosse difficile essere una donna che vuole avere una carriera nella sua epoca. È un film estremamente gradevole, grazie a una storia accattivante che tocca temi incredibilmente contemporanei e a un cast che esalta la vicenda, da Keira Knightley in una delle sue performance più sfaccettate, a Dominic West che invece è raramente stato così ripugnante nella sua carriera. I costumi e location sontuose, che sarebbero una festa per gli occhi anche in un film meno piacevole, riportano brillantemente quanto Colette dettasse le mode per tutta Parigi. Ad ogni modo, anche nei momenti più “trasgressivi” di Colette – una donna che lavorava, apertamente bisessuale, con una vita sociale e sessuale più che scandalosa – il film si impegna a rimanere appetibile per un pubblico dalle vedute meno ampie di quelle della protagonista. Affronta la vita di una figura stravagante e provocatrice in una maniera prudente e educata, costringendola nella forma del costume drama britannico invece di darsi a un cinema audace e fuori dagli schemi che si sarebbe ben sposato con la storia che cercava di raccontare. Colette è un bel film su una figura progressista e radicale, che però non fa niente di progressista o radicale. È una scelta al passo coi tempi e racconta una storia meritevole e moderna, ma che strizza l’occhio allo spettatore tradizionale invece di schiaffeggiarlo con un guanto di sfida come avrebbe fatto la vera Colette.
Colette [id., Regno Unito/Stati Uniti, 2018] REGIA Wash Westmoreland.
CAST Keira Knightley, Dominic West, Fiona Shaw, Denise Gough.
SCENEGGIATURA Wash Westmoreland, Richard Glatzer, Rebecca Lenkiewicz. FOTOGRAFIA Giles Nuttgens. MUSICHE Thomas Adès.
Biografico, durata 111 minuti.