Ritorno allo zoo
Solitamente il terzo capitolo segna la triste fine di una saga. Di solito quella che magari ricordavamo come una bella idea viene trasformata unicamente in una macchina per soldi. Certo, anche Madagascar 3 non disdegna di avere una sala piena e cercare di raggiungere la vetta del botteghino in questo triste agosto, però ci insegna come sia possibile farlo anche con un buon prodotto.
Al solito quartetto (leone e zebra, giraffa e ippopotamo), alla ricerca della prigionia pur di scappare dalla libertà, si aggiungono nuovi personaggi presi dal circo – la tigre russa, il leopardo dall’accento spagnolo e la foca (scusate, leone marino!) dall’intelligenza appena sotto la media. Le gag non mancano, e il re dei lemuri Julien nella sua nuova storia d’amore con un’orsa in tutù e con la sua passione sfrenata per la musica, rende tutto estremamente folle e piacevole. Anche se i veri protagonisti assoluti della pellicola animata dell’estate sono ancora una volta i geniali pinguini, capaci di costruire e pilotare un aereo, di vincere al casinò sfruttando le povere scimmie, che a un certo punto rivendicano i loro diritti sindacali, appena sbarcate nella Francia socialmente equa. Madagascar 3: Ricercati in Europa, più dei precedenti capitoli, costringe lo spettatore adulto ad abbandonare la logica razionale: per apprezzare la storia e le battute sagaci bisogna dimenticare la razionalità del reale. Solo così è possibile accettare la magia delle luci del circo, dei pinguini che pilotano aerei, del gruppo mal assortito di animali che gestiscono uno spettacolo circense. Tralasciando la logica ci si trasforma in grandi bambini e si riesce ad apprezzare lo spettacolo animato. Naturalmente alla fine delle loro avventure i nostri quattro “eroi” si accorgeranno che lo zoo tanto desiderato non era proprio come lo ricordavano, e che invece la tanto odiata libertà aveva un sapore migliore; ma il lieto fine ovviamente non mancherà, pur lasciando nella memoria dello spettatore una poco realistica rappresentazione del circo, visto come posto magnifico in cui gli animali si divertono e fanno parte di una grande famiglia. Probabilmente l’idea circense risulta un escamotage nel tentativo di dare vita a nuovi personaggi e nuove storie in grado di produrre momenti esilaranti, eppure lascia anche un po’ di amaro in bocca pensando alla sua scarsa verosimiglianza.