Precipitare senza appigli nella spirale
Il regista teatrale Matteo Moella sta preparando uno spettacolo a New York quando viene raggiunto da una telefonata che lo informa della morte del padre. Tornato in Italia entra in possesso della casa al mare, dove ha passato l’infanzia e dove sono emersi i primi indizi di un’ossessione che Matteo ha sempre cercato di esorcizzare attraverso la scrittura. Accanto a lui si alternano tante donne ma solo una, Alice, sembra in grado di aprire una breccia nel suo dolore.
Sp1ral, thriller psicologico di Orazio Guarino è un piccolo film prodotto con passione e con una ricerca non banale di messa in scena che accoglie sia momenti di grande staticità che frenetici stacchi di montaggio, in un contrappunto costante fra immagini e interiorità. Ma la passione, da sola, non basta per pretendere il diritto di ingresso nell’assurdo mondo della distribuzione italiana, a maggior ragione se si tratta della piccola distribuzione. Al netto di una buona prova tecnica complessiva, Sp1ral soffre negli elementi che segnano il limite fra una produzione indipendente e una amatoriale, come la recitazione e la sceneggiatura. Su Marco Cocci, protagonista insopportabilmente maledetto, il regista riversa tutto il peso di un film, schiacciando la storia sulla vicenda intima di un personaggio per il quale è praticamente impossibile provare empatia. Drogato, ossessionato, violento, sofferente, presuntuoso e autoreferenziale, grazie alla voice over che accompagna le sue azioni, Moella si presenta come uno di quei personaggi del mondo dello spettacolo con cui si faticherebbe anche a prendere un caffè se non fosse per motivi di lavoro. La spirale che lo avvolge – in questo il titolo è nomen omen alquanto banale – non lascia spazio a elementi esterni alla sua persona e nel movimento vorticoso che curva la linea temporale della sua vita, arretrando sempre per ricordarci cosa ha causato l’ossessione presente, la storia perde ogni qualità comunicativa che non sia l’incessante immagine di un uomo che vuole precipitare verso l’abisso. E quando di una casa mancano le mura e le stanze quello che si vede è un groviglio di tubature e cavi, di elementi il cui funzionamento è dato per scontato fino a quando restano invisibili. Così l’incredulità, invece che sospendersi, aumenta di fronte a dialoghi recitati in inglese da attori italiani (siamo a New York, ok, ma costava molto prendere due comparse indigene?) oppure all’immagine della troupe riflessa nel vetro di una bottiglia di birra ripresa in dettaglio. Guarino ha lottato molto per realizzare il suo “miracolo” ma quando si ha occhi solo per una cosa, ovvero la realizzazione di un’opera, il rischio è di perdere progressivamente contatto con ciò che gli sta attorno, a partire dal soggetto dell’opera stessa.
Sp1ral [Italia 2016] REGIA Orazio Guarino.
CAST Marco Cocci, Valeria Nardilli, Michele Bevilacqua, Cristina Puccinelli.
SCENEGGIATURA Orazio Guarino, Giuseppe D’Oria. FOTOGRAFIA Andrea Tedesco. MUSICHE Rocco Cavalera.
Drammatico, durata 96 minuti.