SPECIALE MOSTRUOSO
B-moviebuster
Il limite del blockbuster contemporaneo è che spesso e volentieri ricalca se stesso, con strutture narrative arci rodate e più in generale non rischiando quasi mai e finendo per omologare generi, situazioni e un certo senso dello spettacolo.
Ciò che colpisce di Kong: Skull Island anzitutto è l’eterogeneità dei generi compresi: fondamentalmente è una pellicola d’avventura vecchio stampo, ambientata in un periodo in cui il mondo era ancora un luogo da esplorare, e non è un caso che molto giocosamente ci siano richiami a Verne e ai film tratti dai suoi romanzi. Molto velocemente però si tramuta in un monster movie in piena regola, con combattimenti tra colossi a metà tra il preistorico e il fantastico in cui a troneggiare ovviamente è Kong. La scelta di ambientare la pellicola nel ’73 – alla conclusione del conflitto del Vietnam – rimanda a un certo cinema bellico, con richiami neanche tanto velati ad Apocalypse Now, considerato che gran parte della spedizione inviata alla scoperta dell’isola è composta da militari, capeggiati dall’ufficiale Preston Packard, uomo letteralmente ossessionato dalla guerra e che vivrà questa avventura come unico scopo rimasto nella propria esistenza. Preso in esame il periodo in cui Kong: Skull Island è ambientato, ovviamente è presente il dato politico, deformato dalla lente dell’ironia (soprattutto per quanto riguarda Nixon) che più in generale avvolge la pellicola intera. Kong ha il coraggio di prendere spunto dai B-movie d’avventura realizzati tra gli anni ’50 e ’70, partendo da un soggetto semplice, quasi banale ma sempre efficace: una spedizione di scienziati con la missione d’analizzare un territorio vergine (seppur qualcuno segretamente già sappia cosa vi abiti sopra), affiancati da un cacciatore professionista, una fotoreporter e il gruppo di soldati citati in precedenza. L’impressione che dà Kong: Skull Island è che ci si trovi in una specie di terra di mezzo: troppo grande e ben realizzato per venire considerato un B-movie, ma troppo “cazzaro” e spensierato per essere il classico blockbuster, anche se è proprio questo limbo che in realtà gli dà la forza di risaltare. Certo è una pellicola non esente da difetti, a tratti troppo verbosa, quasi logorroica, mentre spesso il ritmo sovrasta certi punti che al contrario dovrebbero avere maggior respiro, laddove in altri tende a diventare fin troppo estetizzante. Sostanzialmente Kong: Skull Island è un mash-up riuscitissimo nella sua leggerezza, che trae a piene mani da una certa cultura cinematografica, dalla tipica rivisitazione fatta alle icone dei fumetti e da un certo atteggiamento ludico molto simile ai videogame. Insomma diverte e si diverte, senza diventare mai farsa di se stesso.
Kong: Skull Island [Id., USA 2017] REGIA Jordan Vogt-Roberts.
CAST Tom Hiddleston, Brie Larson, John Goodman, Samuel L. Jackson.
SCENEGGIATURA Max Borenstein, Derek Connolly, John Gatins, Dan Gilroy. FOTOGRAFIA Larry Fong. MUSICHE Henry Jackman.
Avventura/Azione/Fantastico, durata 118 minuti.