La gravidanza come incubo
In un momento propizio per affrontare alcune tematiche, era immaginabile che a ottenere il Leone d’Oro alla Mostra del Cinema di Venezia 2021 fosse un film come La scelta di Anne – L’Événement, racconto di una donna forte e determinata che deve affrontare una società patriarcale e conservatrice.
Ambientata nella Francia del 1963, l’opera narra la storia di Anne, una studentessa di lettere che, rimasta incita dopo una notte di sesso, vuole abortire per evitare di interrompere gli studi a causa degli impegni che la maternità porta con sé.
L’aborto è però illegale e alla giovane donna non resta altro da fare che trovare delle soluzioni alternative per attuare la propria scelta. Un percorso che dovrà affrontare quasi da sola, a causa di un contesto che le si dimostra ostile o indifferente.
Scandito dal numero di settimane dal concepimento, il film racconta la gravidanza della protagonista e i tentativi d’interromperla come un viaggio infernale segnato dall’angoscia e dal dolore fisico, un incubo nel quale la regista e sceneggiatrice Audrey Diwan intende immergere il pubblico. Proprio per questo, l’autrice restringe il formato (1:37,1) e il campo delle riprese optando quasi sempre su mezze figure e primi piani, perlopiù concentrati su Anne, spesso pedinata dalla cinepresa. Soluzioni che non solo privilegiano il punto di vista – dunque lo sguardo – della giovane donna (ben interpretata da Anamaria Vartolomei), ma che trasmettono inoltre il suo senso di claustrofobia e solitudine. Un’esperienza traumatica sottolineata anche dalle scene che si soffermano sugli aspetti più crudi della vicenda, momenti su cui la cineasta indugia per puntare direttamente allo stomaco dello spettatore.
Tutte soluzioni espressive a tratti efficaci, anche se molto debitrici di alcuni titoli precedenti, in primis il romeno 4 mesi, 3 settimane, 2 giorni di Cristian Mungiu, che nel 2007 affrontò le stesse tematiche con un approccio registico simile.
L’aspetto più interessante e rilevante del film non va quindi individuato nei suoi aspetti stilistici e nei suoi intenti emotivi, quanto nel ritratto della Francia degli anni Sessanta, vista come un Paese maschilista e conservatore, dove la maggior parte di persone si rivelano vili (il potenziale padre del bambino), invidiose (le colleghe universitarie) o bigotte e manipolatrici (il medico contrario all’aborto).
Tutti elementi che rendono La scelta di Anne – L’Événement – con la sua critica alla società patriarcale di ieri e, di riflesso, di oggi – un titolo a tratti incisivo e assolutamente in linea con i tempi, anche se meno innovativo e scioccante di quanto il Leone d’Oro veneziano possa far credere.