In eterno vivi
Esce in occasione del 50ennale di carriera dei Rolling Stones il documentario Crossfire Hurricane, diretto da Brett Morgen e prodotto dagli stessi Stones nella formazione corrente.
Morgen riesce a dare un inquadramento storico sociale notevole, soffermandosi sui primi trent’anni di carriera, quelli che effettivamente hanno fatto la storia.
Ad accompagnarci nel documentario, ci informa un cartello all’inizio, saranno soltanto le voci degli intervistati, che subito vengono interrogati sulla loro memoria degli albori del gruppo. Sono schietti e contemporaneamente impostati: non ci si può ricordare tutto e soprattutto “perché rovinare un bel ricordo con la verità?”. Gli Stones sono sempre stati dei personaggi costruiti, lo dichiarava lo stesso Mick Jagger in una delle prime interviste, divertito dallo stupore del giornalista: le maschere da cattivi ragazzi servivano per distinguersi dai Beatles, per dividersi il mercato, e poco importava che fossero tutti studenti di liceo, perché loro per primi si consideravano degli idioti. Immagini di repertorio e di programmi televisivi inglesi svelano una parte – ben controllata – dei retroscena, di come i ruoli che erano stati loro affidati avessero un peso ma facessero anche parte del divertimento. Non si tralasciano anche i momenti bui della band, come la morte di Brian Jones, e le sostituzioni alla seconda chitarra di Mick Taylor e Ry Cooder, ma nulla ha mai fermato quelle pietre rotolanti in discesa libera, assestatesi alla fin fine con l’ingresso di Ron Wood nella formazione. Crossfire Hurricane mette in luce l’importanza sociale che hanno avuto quei cattivi ragazzi che mai avremmo lasciato uscire con nostra sorella. Le ragazze andavano in delirio, se la facevano letteralmente addosso a vedere i loro beniamini sul palco, e spesso interrompevano addirittura i concerti. Di musica e processi creativi si parla relativamente poco, ma ciò nonostante traspare comunque che per i Rolling Stones l’unica cosa che contava davvero – ma che in assoluto conta ancora oggi, ormai settantenni – era la musica, il divertimento, lo stare bene. E se questo portava successo, fama, soldi e bella vita, tanto meglio. Essi godevano di un potere quasi infinito in un periodo storico e sociale in cui fermevano disordini e tumulti, segno dell’imminente cambiamento di regole comportamentali di cui gli stessi Stones erano in parte fautori. Tempi duri, durissimi, per colpa di questi capelloni. Altro che oggi, con le fans di Justin Bibier che si tagliano letteralmente le braccia perché lui poverino ha il raffreddore e non canta. Vorrei vederlo, Justin, a settant’anni a saltare come un grillo su e giù per il palco come fanno ancora loro – i sopravvissuti, certo, perché, come dicono loro stessi, non si può rimanere giovani per sempre. Giovani no, ma eternamente artisti sì, mi permetto d’aggiungere!
Crossfire Hurricane [Id., USA/Gran Bretagna 2011] REGIA Brett Morgen.
CAST Mick Jagger, Keith Richards, Charlie Watts, Ron Wood, Bill Wyman.
SCENEGGIATURA Brett Morgen. MONTAGGIO Stuart Levy, Conor O’Neill.
Documentario/Musicale, durata 111 minuti.