La resilienza del genere
Una banda di freaks composta da un uomo senza gambe, il Papero, sua moglie, una ballerina senza braccia, un tossico rasta e un nano rapper ordisce un piano, all’apparenza perfetto, per rubare 4 milioni depositati in una banca da un malavitoso cinese. Sembra una barzelletta ma le conseguenze non saranno divertenti per nessuno di loro.
Gli heist movie sono, da sempre, banco di prova e occasione di svago per gli sceneggiatori. Nella costruzione del gruppo che andrà a compiere il colpo, più che nel colpo stesso, risiede la vera forza drammatica e il motivo principale di interesse da parte del pubblico. Che poi, in Italia, per parlare del genere si scomodino padri illustri come Monicelli (I soliti ignoti) o Mastrocinque (La banda degli onesti) è d’obbligo in un Paese che cerca costantemente il confronto con un passato glorioso per arrivare alla puntuale conclusione che “si stava meglio quando si stava meglio”. Cosimo Gomez, con Brutti e cattivi al suo esordio come regista dopo una lunga carriera da scenografo per la tv e alcuni piccoli cult come Il mostro di Benigni e Il postino di Michael Radford – di cui è sketch artist – prova a mettersi in piedi sulla tavola da surf e cavalcare la rinascita del genere nostrano. Con un occhio agli anni ’70 e l’altro all’immaginario contemporaneo – la scelta degli attori principali è sintomatica del tentativo di ricostruzione del genere ibridando cinema e televisione, Lo chiamavano Jeeg Robot e Gomorra – costruisce un meccanismo a incastri progressivi, giocando con il tempo del racconto e con il post-postmodernismo ipercitazionista che, fin dal titolo, cerca di richiamare lo spettatore ai miti e rudimenti del medium. In questa mitopoiesi da borgata trovano spazio gli underdog, gli ultimi, ognuno col suo grande carico di rivalsa nei confronti di una vita ingiusta, ognuno con una specifica caratteristica che lo rende indispensabile all’interno del colpo. Ma il vero scarto che Gomez paga nei confronti di quel cinema che vorrebbe celebrare è sottolineare la scorrettezza dei personaggi e il loro non essere politically correct, senza però avere il coraggio di fregarsene di entrambe le cose. Un colpo a tradimento allo stomaco diventa, così, un esercizio col sacco dove non esiste un avversario da mettere k.o. ma solo una superficie resiliente che non si scompone mai rendendo innocui i colpi vibrati con maggiore decisione – il ballo in stile Time Warp con carrozzine, stampelle e protesi, il violento pestaggio del Papero dopo un terzo di film, l’incontro finale con la mafia cinese.
Brutti e cattivi [Italia 2017] REGIA Cosimo Gomez.
CAST Claudio Santamaria, Marco D’Amore, Sara Serraiocco, Simoncino Martucci.
SCENEGGIATURA Cosimo Gomez, Luca Infascelli. FOTOGRAFIA Vittorio Omodei Zorini. MUSICHE The Sweet Life Society, Paolo Vivaldi.
Commedia, durata 85 minuti.