L’incredibile buco nell’acqua di J.P. Jeunet
T.S. Spivet ha dieci anni quando decide di attraversare gli Stati Uniti per ritirare il prestigioso Premio Baird alla scienza. Si lascia alle spalle la fattoria dove è nato e dove vive assieme alla sorella che sogna Miss America, alla madre che studia gli insetti e al padre nostalgico dei cowboy.
Spivet fugge per cercare se stesso e per liberarsi da un terribile trauma: l’incidente mortale che ha coinvolto il fratello Layton. Il regista francese Jean-Pierre Jeunet torna sugli schermi mantenendo la sua media realizzativa di un film ogni 4 anni circa e non fatevi ingannare dall’anno di uscita del suo precedente L’esplosivo piano di Bazil (2009) ma fate i conti anche con i misteri della distribuzione italiana. Lo straordinario viaggio di T.S. Spivet , infatti, ci ha messo due anni per arrivare dalla Francia all’Italia, molto di più di quanto impiegato dal protagonista, interpretato dal bravissimo esordiente Kyle Catlett, per raggiungere Washington DC dalla sua fattoria nel Montana. Purtroppo l’attesa non vale la candela perché, se nel precedente film c’era ancora molto del Jeunet immaginifico di Delicatessen, a partire dalla costruzione dei personaggi secondari fino al carattere prettamente fiabesco della storia, in questo film on the road si aprono le porte di un cinema banale che ha perso la sua specificità europea per aderire alla narrazione hollywoodiana. Sorvolando sul titolo italiano, evidentemente debitore del successo degli aggettivi di Bazil (esplosivo) e Amélie (favoloso) ma assolutamente incomprensibile se si pensa che il “viaggio” dura pressappoco 20 minuti, è però inevitabile non soffermarsi sulla perdita di innocenza di un regista che, fino ad oggi, aveva dimostrato di sapere raccontare come attraverso gli occhi sognanti di un bambino. Non c’è fiaba nella vita del giovanissimo inventore T.S. Spivet e nemmeno nella sua fuga coast to coast nonostante il regista, anche sceneggiatore assieme al fido Guillaume Laurant, riempia la storia delle sue classiche variabili improbabili e impazzite: dal cane Tapioca che mangia il ferro dopo la morte di Layton al cameo dell’attore-feticcio Dominique Pinon, entrambi impalpabili. Il problema non è nemmeno la lunga serie di cliché narrativi che costella, in particolare, la seconda parte del film e che ha il suo apice nella trasmissione televisiva: il problema è l’assenza di una storia o di una qualsiasi motivazione che muova il protagonista. Verrebbe da obiettare che una motivazione c’è ed è la ricerca di una catarsi che renda accettabile la morte del fratello, ma viene risolta talmente male che l’unica domanda che ci resta, a fine proiezione, è: Jeunet, che fine hai fatto?
Lo straordinario viaggio di T.S. Spivet [The Young and Prodigious Spivet Francia/Canada 2013] REGIA Jean-Pierre Jeunet.
CAST Helena Bonham Carter, Kyle Catlett, Jakob Davies, Niamh Wilson, Judy Davis, Dominique Pinon.
SCENEGGIATURA Jean-Pierre Jeunet, Guillaume Laurant. FOTOGRAFIA Thomas Hardmeier. MUSICHE Denis Sanacore.
Avventura, durata 105 minuti.