Esssiamonoi… purtroppo!
Svariati e variegati sono i personaggi che, raggiunto in qualche modo il successo in televisione, tentano l’avventura nel cinema. Dopo i Soliti Idioti e i vari Bisio, Zalone o Greggio, ecco spuntare all’orizzonte, proveniente dal palcoscenico di Zelig, Giovanni Vernia, cabarettista che porta sul grande schermo la macchietta con cui ha raggiunto la notorietà: Jonny Groove.
Personaggio sui generis ma non cattivo, per sua ammissione un po’ scemo, Jonny è patito per la musica e vive solo per le notti da passare in discoteca scatenandosi e urlando a squarciagola, ad ogni piè sospinto, la frase tormentone “Esssiamonoi… esssiamonoi, il paradiso esssiamonoi”.
Il film, scritto e diretto dallo stesso Vernia insieme a Paolo Uzzi, uno degli autori di Zelig, racconta una storia che ruota attorno a due fratelli gemelli, tanto simili fisicamente quanto totalmente diversi per carattere, cultura e maturità intellettiva: Giovanni e Jonny per l’appunto. Trascinati in un’avventura che a tratti, o almeno nelle intenzioni degli sceneggiatori, vuol sembrare comica, i due si scoprono antagonisti nella conquista di una ragazza per la quale provano un forte interesse. Tutto qui?
Si, tutto qui! La trama infatti è solo un pretesto per le perfomance del protagonista che continua imperterrito nel suo pezzo forte: il clown da discoteca, per l’occasione chiamata Gilez (che trovata fantastica… è l’anagramma di Zelig!).
Passata quindi la voglia di sentire continuamente “Esssiamonoi… esssiamonoi, il paradiso esssiamonoi”, resta la noia e, soprattutto, la mediocrità in cui vengono trascinati, loro malgrado, anche i bravi caratteristi chiamati a fare da spalla al comico genovese. Certo, Vernia/Jonny con i suoi sketch di pochi minuti sarà stato pure bravo a catalizzare l’interesse di giovanissimi fans, sicuramente attratti dal suo look variopinto e dalla recitazione trash, ma in quanto a voler farsi protagonista di una storia composita… beh, ne deve passare di acqua sotto i ponti.