Domani… è un altro giorno?
Quello della reiterazione temporale è un espediente che Prima di domani ci propone come dato acquisito, come punto di partenza. La voce off della protagonista Sam ci spiega tutto nei primi secondi, parlandoci forse nel sonno, forse dall’aldilà… o forse solo pensando fra sé e sé, in balìa dell’incubo che sta vivendo.
Il teen drama aggiornato al 2017 non sembra tanto ragionare sulle cause di eventi che sconvolgono la quotidianità, quanto sulle loro conseguenze. Che fare, ora che ci si ritrova a vivere in eterno la medesima giornata? Magari riviverla e basta, come se il loop fosse destinato da solo a sbloccarsi: ci si sveglia la mattina, si va a scuola con le super amiche snob di sempre, si festeggia il Giorno di Cupido (che non è San Valentino, ma in pratica lo è) e alla sera ci si butta nella mischia di una festa, in cui riaffermare il proprio status quo di reginette in lotta coi geek e i loser di turno; poi chi vivrà vedrà, si spera che addormentandosi alla sera l’incantesimo scompaia. Oppure ci si ribella, interpretando – visto che vale tutto – la persona che non si è: la dark lady wannabe-sensuale che manda a quel paese i genitori, che cestina le rose ricevute e tenta di sedurre il prof.; o all’opposto la buonista al sapor di stucco, che semina concordia cercando di pacificare il mondo e fare del bene al prossimo. Eliminata la goliardia e lo spirito auto-ironico di Ricomincio da capo (e ci piace ricordare il buon remake italiano con Antonio Albanese, È già ieri di Giulio Manfredonia), Prima di domani va in all-in con la tragedia sentimental-adolescenziale, con un pizzico di spiritismo quasi macabro sul limbo, sulle dimensioni parallele “purgatoriali” (un po’ alla Amabili resti). I giovani adulti – che sono il target anche del romanzo di riferimento, E finalmente ti dirò addio – vanno nutriti con canovacci narrativi seri(osi) ma non troppo approfonditi, popolati da caratteri bidimensionali scolpiti nel granito dello stereotipo: le belle e impossibili antipatiche che nascondono fragilità, il perdente sensibile che vive di pesci in faccia, il figo della classe inaffidabile e con poco sale in zucca, l’emarginata sociale coi golfini enormi e i capelli alla Carrie – Lo sguardo di Satana. Fissati questi paletti si può parlare di morale, che nell’opera di Russo-Young è sottolineata – per evitare fraintendimenti – persino nei poster appesi in camera: “become who you are”, diventa te stesso, trova la tua identità. Se c’è qualcosa di più in Prima di domani è da cercare fra le righe, anche se è un messaggio quasi irricevibile per i teenager cui si rivolge: occorre affrontare ogni giorno come fosse l’ultimo, superando i tormenti dell’adolescenza in quanto momentanei. Abbandonando il mondo da ragazzi, per risvegliarsi la mattina seguente finalmente (e dolorosamente) adulti.
Prima di domani [Before I Fall, USA 2017] REGIA Ry Russo-Young.
CAST Zoey Deutch, Logan Miller, Jennifer Beals, Elena Kampouris.
SCENEGGIATURA Maria Maggenti (tratta dal romanzo E finalmente ti dirò addio di Lauren Oliver). FOTOGRAFIA Michael Fimognari. MUSICHE Adam Taylor.
Drammatico, durata 99 minuti.