Chiamatelo Ismaele. Ismaele Dedalus.
Dopo aver aperto il festival di Cannes lo scorso anno, il nuovo film di Arnaud Desplechin, I fantasmi d’Ismael arriva nelle sale italiane in sordina e in ritardo, come quasi sempre per l’autore francese, artefice di un cinema densissimo di suggestioni e riferimenti e sicuramente spiazzante.
Il film racconta un altro Dedalus – personaggio e cognome ricorrenti nel cinema del regista francese, dall’esordio all’ottimo I miei giorni più belli –, l’Ismaël del titolo e i suoi fantasmi, ossia la moglie scomparsa misteriosamente da 20 anni e il fratello Dedalus, sorta di spia e avventuriero imprevedibile, anche lui scomparso. Tra questi fantasmi, nella sceneggiatura di Desplechin con Léa Mysius e Julie Peyr, si situano le storie d’amore dei due fratelli e vari flashback, che creano un curioso e rocambolesco mix tra melodramma e memoria sentimentale con un fondo di spy story: un Truffaut scritto da Le Carré.
Proprio come la sua struttura narrativa a incastri, anche il film è un puzzle, o meglio un patchwork di suggestioni e riferimenti, di citazioni e prestiti, di frammenti propri e altrui; in questo caso però non c’entra la poca originalità, perché I fantasmi d’Ismael funziona come la psiche umana che vive di ricordi e rimastica esperienze altrui. Desplechin qui ingloba molto e di eterogeneo livello per raccontare una storia di persone spezzate, di esseri che spariscono per dare un senso alla propria vita ed esseri che rimangono a fare i conti con i resti delle sparizioni degli altri.
La bellezza del film è che riesce a camminare sul filo del ridicolo (la scena d’amore tra Marion Cotillard e Mathieu Amalric) sfiorando il sublime e Desplechin sa scavare nell’animo dei suoi personaggi, sa costruirne le personalità non attraverso le parole o gli eventi ma con le immagini, con lo stile, con la forza di un primissimo piano e di uno zoom, di un fuoricampo o di un movimento di camera (basti vedere l’intensità di una sequenza breve, come quella in cui Cotillard si fa la doccia dopo la sua riapparizione). Desplechin si conferma un abile narratore anche quando tende a complicare la vicenda e il suo rapporto con lo spettatore: la sua mano di regista e direttore di bravi attori semplifica ogni cosa.
I fantasmi d’Ismael [Les fantômes d’Ismaël, Francia 2017] REGIA Arnaud Desplechin.
CAST Mathieu Amalric, Marion Cotillard, Charlotte Gainsbourg, Louis Garrel.
SCENEGGIATURA Arnaud Desplechin, Léa Mysius, Julie Peyr. FOTOGRAFIA Irina Lubtchansky. MUSICHE Grégoire Hetzel, Mike Kourtzer.
Drammatico, durata 114 minuti.