Nascere tre volte
Arianna non ha ancora vent’anni però sente di appartenere a un altro corpo. Non riesce ad avere il ciclo e le cure ormonali hanno come unico effetto l’ingrossamento del seno che, di conseguenza, le duole. Durante un’estate passata assieme ai genitori nella casa sul lago di Bolsena, dove aveva vissuto da piccola, la sua vera natura emergerà con prepotenza riportando alla luce una verità che le era stata fino a quel momento negata.
Uno dei migliori film italiani di Venezia72 arriva nelle poche sale che ancora accolgono il cinema italiano degli autori emergenti (una sola in tutta la Toscana) sospinto dall’interesse nei confronti di un tema, quello dell’intersessualità, fino ad oggi tenuto ai margini del dibattito sul gender. Ora che anche nella sigla LGBT ha trovato spazio una ‘I’ finale, a includere questo tipo di sessualità fino ad oggi definito ermafroditismo, il cinema si apre all’ennesimo tabù, se mai ne esistessero ancora. Dopo aver affrontato l’omosessualità, il trasformismo e la bisessualità attraverso opere di valore come Più buio di mezzanotte (Sebastiano Riso), La bocca del lupo (Pietro Marcello) o Gesù è morto per i peccati degli altri (Maria Arena) tocca ad Arianna raccontare la presa di coscienza di un essere umano nei confronti della sua natura “ibrida”. Carlo Lavagna, al suo primo lungometraggio di finzione, parte da un’immagine poetica: il volto della protagonista Ondina Quadri, già alle prese con un tema simile in Amori e metamorfosi, che emerge dall’acqua come un iceberg, con tutto il fascino dei suoi occhi quasi trasparenti. Ed è proprio attraverso il suo volto, e più in generale il suo corpo, che la storia si dipana andando a scavare dentro le cicatrici di una scelta negata e di un intero mondo, quello degli affetti familiari, che crolla sotto il peso di una decisione demiurgica che ha condizionato la vita di una ragazza. Arianna nasce tre volte, la prima quando esce dal ventre materno, la seconda quando le viene asportato quel corpo che per tutti è estraneo mentre per lei è solo necessario, e la terza quando, con la consapevolezza di una maturità arrivata in anticipo, decide di scoprire qual è il suo vero corpo. Un ritratto genuino dell’adolescenza fatto con buona padronanza del mezzo cinema, qui non semplice strumento documentaristico, e della direzione degli attori, con Ondina Quadri assolutamente a suo agio nonostante alcune scene molto intime. Anche se tante informazioni e rivelazioni vengono stipate nel finale, rendendo poco digeribili alcune lunghe sequenze centrali, il fascino di molte immagini è indimenticabile.
Arianna [Italia 2015] REGIA Carlo Lavagna.
CAST Ondina Quadri, Massimo Popolizio, Valentina Carnelutti, Corrado Sassi.
SCENEGGIATURA Carlo Salsa, Carlo Lavagna, Chiara Barzini. FOTOGRAFIA Hélène Louvart. MUSICHE Emanuele de Raymondi.
Drammatico, durata 83 minuti.