Fremere al contatto
Il sipario si alza su di un’asettica sala, delimitata da sedie e porte lungo le pareti, in un angolo un pianoforte verticale e un cavallo a dondolo rubato al luna park. In scena un gruppo di liceali, i ragazzi in giacca e cravatta, le ragazze in sottovesti fruscianti o in lunghi abiti da sera.
Lo spettatore però non si trova di fronte al magico Kontakthof ideato nel 1978 da Pina Bausch, né a una sua rivisitazione: ciò che il documentario Dancing Dreams mostra è il backstage dello spettacolo, un intero anno durante il quale quaranta studenti si aprono al mondo del teatrodanza, sotto la stretta direzione delle danzatrici della compagnia di Pina Bausch Jo-Ann Endicott e Bénédicte Billiet e sotto l’intensa supervisione della stessa Pina Bausch. La progressione è evidente, dalla perplessità iniziale, le difficoltà e la vergogna ad aprirsi ad un universo ancora sconosciuto, fino alla perdita di qualsiasi inibizione, forti della consapevolezza del loro talento e della possibilità che hanno di esprimere e sperimentare qualcosa di così complicato come le relazioni umane. L’essenza stessa della parola Kontakthof è “luogo di contatti”, quelli tra un uomo e una donna, due persone sconosciute ma complementari, traboccanti timidezza e pronte ad innamorarsi perdutamente. La macchina da presa li segue nel percorso dentro e fuori la sala prove, raccontando chi sono i ragazzi, le loro origini, le idee e sensazioni, mescolando il tutto con le loro immagini mentre recitano col corpo, mostrando come lo spettacolo altro non faccia che metter in scena, con sorprendente maestria, la base della vita stessa, il modo con cui le persone trovano altre persone, tra gioie e difficoltà. Mettendo da parte i pregiudizi queste giovani persone decidono di prendere parte all’esperienza per dimostrare qualcosa a loro stessi, guidati ad andare oltre i passi per capire il significato del movimento, della recitazione/relazione attraverso un tocco, uno sguardo, un gesto. Dolcezza, tristezza, amore, realtà nella vita come nel ballo, sentimenti brutali che scoppiano dentro di noi, implacabili, inarrestabili, consegnati nelle mani di ragazzi che parlano ad altri ragazzi, dimostrandone l’universalità e l’immortalità, ieri come oggi, come sempre.
Dancing Dreams – Sui passi di Pina Bausch [Tanzträume, Germania 2010] REGIA Anne Linsel, Rainer Hoffmann.
SOGGETTO Anne Linsel. FOTOGRAFIA Rainer Hoffmann. MONTAGGIO Mike Schlömer.
Documentario, durata 92 minuti.