Con amore, Marilyn!
Che Marilyn Monroe sia un’icona è fuori discussione, che sia considerata inarrivabile anche. Ma con Love, Marilyn ci si sofferma soprattutto sui pensieri e sulle fragilità di Norma Jeane Mortenson, una ragazza diventata donna che ha inseguito il suo sogno di diventare attrice, ma che non è riuscita a padroneggiarlo, naufragandoci dentro.
Casualità o destino che sia, in occasione del cinquantenario della sua morte (1962) sono state ritrovate in un baule in casa di Lee Strasberg centinaia di pagine di diari segreti scritti da Marilyn, e pubblicate in Italia – per Feltrinelli – col titolo Fragments. Poesie, appunti, lettere. Come dimostrano le più di mille pubblicazioni fatte sulla Monroe, ogni spunto, ogni confessione, ogni periodo della sua vita sembra debba essere condiviso con il grande pubblico, quasi a immortalarla come leggenda una volta in più. E la regista Liz Garbus non si è certo lasciata sfuggire questa nuova occasione. Il documentario – distribuito dal circuito The Space per tre giorni (30 Settembre-2 Ottobre 2013) e disponibile in dvd (più libro) per la collana Feltrinelli Real Cinema – analizza frammenti di vita della sex-symbol, dell’attrice, della donna tormentata da depressione per un’ulteriore finestra su quella che potrebbe sembrare una delle persone più invidiate del mondo. Ma troppo spesso dietro questo successo planetario si nasconde una fragilità e una debolezza che il più delle volte prende il sopravvento. Le pagine di diario trovate ripercorrono tutta la carriera di Marilyn, che mescolate a immagini di repertorio danno un quadro generale sulla sua vita, analizzando in particolare le sue tensioni all’interno del sistema hollywoodiano e i suoi amori. La regista, per leggere le parole scritte dalla Monroe si affida a dive di oggi, da Uma Thurman a Viola Davis, da Glenn Close a Evan Rachel Wood, che in un monologo, quasi fosse un provino, provano a “riportare in vita” le sue espressioni o ricalcandone il biondo platino con una Lindsay Lohan francamente fuori luogo. Il risultato è contrastante: interessanti sicuramente le immagini dell’epoca e i pensieri di Marilyn, che con una voce over avrebbero avuto tutto un altro effetto, piuttosto che vedere Billy Wilder impersonato da Adrien Brody in formato intervista lamentarsi dell’attrice sul set di A qualcuno piace caldo. Sono noti a tutti le difficoltà e i problemi che ha dovuto affrontare nel corso della sua vita, le insicurezze che ha dovuto combattere, e i sonniferi indispensabili che ne hanno causato la morte, ma Marilyn era ed è molto di più. È un mito, un’icona, una leggenda che non si stancherà mai di vivere ma soprattutto ci ricorderà sempre che comunque vadano le cose, “nessuno è perfetto”.
Love, Marilyn [id, USA/Francia 2012] REGIA Liz Garbus.
CAST Uma Thurman, Glenn Close, Evan Rachel Wood, Adrien Brody, Marisa Tomei.
SCENEGGIATURA Liz Garbus. FOTOGRAFIA Maryse Alberti. MUSICHE Philip Sheppard.
Drammatico, durata 107 minuti.