Vita, solo la vita, poi la morte
L’equipaggio di una stazione orbitale internazionale recupera per la prima volta la prova della vita oltre all’uomo: una cellula prelevata da Marte. Fin dalle primissime analisi il gruppo di astronauti nota che l’unità biologica cresce molto più velocemente di quanto ci si aspetterebbe, è dotata di una sua intelligenza, è estremamente resistente e soprattutto più ostile di quel che potrebbe sembrare.
Sembra Alien, ma non lo è: a Life – Non oltrepassare il limite manca la claustrofobia, nonostante sia ambientato tutto tra le pareti della base spaziale, manca la suspense ma più in generale manca l’originalità. È il fatto di sapere sempre quel che succederà, perché visto e stravisto, ciò che toglie mordente alla pellicola, che ricicla idee e situazioni già viste e volutamente (forse) cerca appunto una semplicità d’approccio, scontando però una certa piattezza. A partire dalla sua presentazione, Life si sviluppa in modo scolastico, lasciando poco allo spettatore. E scoprire alla fine che dietro all’illusione della nuova vita in realtà si celi la morte di certo non sorprende. A onor del vero Life non ha alcuna pretesa, per questo è difficile volergli male: in fondo è quello che vorrebbe essere, una pellicola di fantascienza dalle leggere venature horror, che sorprende sicuramente nel finale non tanto narrativamente ma per un’improvvisa ironia nera, mentre cerca di tenere alta l’attenzione spettatoriale raccontando più che la battaglia tra l’equipaggio e la creatura, la necessità di tenerla lontano dalla Terra. Si concede poche digressioni nei confronti dei suoi personaggi, il minimo indispensabile per giustificare gli eventi che si succedono. L’ironia stessa insita nel titolo, il conflitto tra due tipologie di creature sconosciute che per sopravvivere devono prevaricare l’una sull’altra, non assume mai i contorni di una riflessione tra la necessità della morte per difendere la propria vita, ma rimane mera giustificazione narrativa. Life è un perfetto prodotto industriale, chiaro in cosa vuole essere e come presentarsi; chi lo andrà a vedere certamente sa a cosa andrà incontro e difficilmente rimarrà deluso. Ma altrettanto difficilmente riuscirà a emozionarsi, non essendo altro che la piatta esecuzione delle proprie intenzioni.
Life – Non oltrepassare il limite [Life, USA 2017] REGIA Daniel Espinosa.
CAST Jake Gyllenhaal, Rebecca Ferguson, Ryan Reynolds, Ariyon Bakare.
SCENEGGIATURA Rheet Reese, Paul Wernick. FOTOGRAFIA Seamus McGarvey. MUSICHE Jon Ekstrand.
Fantascienza, durata 103 minuti.