Alla ricerca di un lavoro
A Pietramezzana il lavoro scarseggia dopo la chiusura della miniera, tutti partono verso la città e il piccolo paese sulle Dolomiti rischia di diventare un altro dei borghi fantasma d’Italia. Ma i 120 abitanti rimasti non si arrendono e si invischiano in una contrattazione per poter costruire una fabbrica sulle loro terre.
L’azienda interessata pone però dei vincoli: la presenza di un medico in loco. Ecco perché il chirurgo plastico milanese, Fabio Volo, arriva a Pietramezzana, luogo di punizione e redenzione. L’incipit e l’ambientazione non possono non rievocare Benvenuti al Sud, e nemmeno il nome di Gaudioso – qui regista e sceneggiatore, in Benvenuti al Sud solo sceneggiatore –, come ricorda l’inganno di un paese intero coalizzato contro il povero malcapitato e la punizione che diventa invece salvezza. Nonostante le similitudini, solo per aver usato un’idea già vista e di molto successo, le due pellicole non sono equiparabili. Ma anche se sappiamo come andrà a finire (perché il lieto fine è d’obbligo e si capisce fin dall’inizio) e anche se i personaggi insistono troppo su come il lavoro vada di pari passo con la dignità, Un paese quasi perfetto risulta comunque un prodotto ben confezionato e bilanciato. Il trio Orlando-Buccirosso-Paone funziona perfettamente: ci sono momenti di comicità di buon livello e qualche spunto di riflessione sulla realtà odierna, si mantiene alto il ritmo per tutto il tempo della pellicola, e gli sketch restano impressi, come quello di Silvio Orlando che in piena notte si corica nel lettone dell’amico del cuore perché ha bisogno di un consiglio. Il chirurgo plastico Gianluca viene reso da Volo come un tontolone, un bonaccione che si fa facilmente prendere in giro, andando ad assomigliare quasi a un tenero pupazzo che ovviamente si invaghisce dell’unica donna sotto i sessanta che vive nel piccolo paese montanaro. Un personaggio che infine si riscatterà dal suo status di credulone con un lampo di genio che salva il paese, partendo dalla basica idea di sfruttare quello che si ha al posto di voler costruire qualcosa di nuovo per forza. Forse poco originale (in fondo si tratta del remake del film francese del 2003 La grande seduzione), ma comunque la pellicola di Gaudioso merita di essere vista, il tempo scorre veloce e gli attori sono ben diretti e caratterizzati, anche se non sempre credibili al cento per cento. Forse la cosa che più stona è l’equiparazione fra lavoro e dignità: in un’epoca in cui mancano spesso tutte e due non dovrebbero andare per forza di cose di pari passo.
Un paese quasi perfetto [Italia 2016] REGIA Massimo Gaudioso.
CAST Silvio Orlando, Fabio Volo, Carlo Buccirosso, Nando Paone, Miriam Leone.
SCENEGGIATURA Massimo Gaudioso. FOTOGRAFIA Gogò Bianchi. MUSICHE Santi Pulvirenti.
Commedia, durata 92 minuti.