Milla contro gli zombi cosacchi con motosega
C’era una volta un gran bel videogioco, Resident Evil, da cui è stato tratto anche un buon film, sempre Resident Evil. E mentre i sequel del videogioco, col passare del tempo, davano sempre più importanza a trama e aspetti cinematografici, i sequel del film tendevano invece alla forma videogioco.
La saga di P.W.S. Anderson si è progressivamente allontanata dal linguaggio cinematografico e persino dalla sua fonte videoludica, arrivando ad abbracciare più generi, dal survival horror (soprattutto in Resident Evil: Apocalypse, 2004) al gioco di ruolo postapocalittico tipo Fallout 3 (in Resident Evil: Exctinction, 2007) fino allo sparattutto in terza persona stile Bayonetta, introdotto in Resident Evil: Afterlife (2010) e sviluppato ancor di più in questo quinto capitolo, Resident Evil: Retribution. Milla Jovovich, sempre truccatissima nonostante un’apocalisse zombi globale e il fatto che passi le giornate a decapitare mostri mutanti, viene imprigionata nella base centrale della malvagia Umbrella, un hub che conduce a immense stanze dai diversi ambienti e dai nemici sempre più forti, che deve attraversare per fuggire. E via, di battaglia in battaglia, di sparatoria in sparatoria, di scazzottata in scazzottata (con radiografie di ossa rotte alla Mortal Kombat), fino al premio finale, la salvezza e il ripristino dei superpoteri, per affrontare non tanto l’immensa orda di schifosissime bestie incazzate che assedia l’ultima roccaforte umana, quanto l’imbarazzo di dover comparire in un altro Resident Evil. Perché ci sarà ancora un capitolo, Anderson già nel 2009 aveva affermato che Afterlife era l’inizio di una nuova trilogia, di cui Retribution è la seconda parte. Quasi superficiale affermare che la saturazione arriva prestissimo, tra rallenti e accelerazioni, freeze frame roteanti e filtri coloratissimi, nell’accumulo di vecchi personaggi e nella loro continua morte e resurrezione, nelle carriolate di nemici da abbattere che ormai da tempo ben poco hanno a che fare con gli zombi come li conosciamo: questi coltivano hobby particolari, come il motocross e l’uso creativo della motosega, possibilmente vestiti da soldati dell’Armata Rossa.
Anderson sicuramente è da lodare per i suoi esperimenti cinevideoludici, e in Retribution pare quasi essere arrivato al grado zero, la completa sovrapposizione della forma videoludica a quella cinematografica. Riuscendo solo a confermare una volta in più che, senza un controllo attivo dello spettatore, senza un dannato controller, questo tipo di cinema non funziona granché bene. Neanche in 3D.
Resident Evil: Retribution [id., Usa/Canada/Germania, 2012] di Paul W.S. Anderson.
Con Milla Jovovich, Sienna Guillory, Michelle Rodriguez.
Sceneggiatura di Paul W.S. Anderson, fotografia di Glen MacPherson, musiche Tomandandy
Azione, durata 96 minuti