Il grande gangster gentile
Boston, anni ’20: Joe Cughlin è un giovane uomo di origine irlandese che vive di furti e rapine insieme a dei complici italoamericani. Questo almeno fino a quando, sul finire del decennio, alcuni eventi criminali e sentimentali lo porteranno prima in carcere e poi a Tampa come gangster al soldo del potente Maso Pescatore, il quale vuole prendere il controllo della città.
Quattro anni dopo Argo, Ben Affleck torna dietro la macchina da presa con La legge della notte per adattare l’omonimo romanzo di Dennis Lehane e realizzare un gangster movie molto classico e tradizionale tanto nella narrazione quanto nella messinscena. Infatti, il film in questione contiene molti cliché del genere di riferimento (lotta tra bande nemiche, ascesa del protagonista, rivalità all’interno del gruppo di gangster, ossessione per una donna affascinante), tutti portati avanti con una regia semplice e impegnata a seguire la vicenda nel modo più chiaro e lineare possibile. Caratteristiche che renderebbero quest’opera onesta negli intenti ma complessivamente un po’ anonima, se non fosse per un sottotesto politico che la lega, forse in modo non del tutto voluto, alla stretta attualità statunitense. Qui Affleck, sotto le pieghe del cinema di genere, affronta problematiche quali il razzismo e le conseguenze della guerra: Joe Cughlin diventa un criminale anche a causa dell’esperienza bellica vissuta alla fine degli anni ‘10 e si rivelerà come un gangster “buono” e “progressista”, che amerà una donna cubana e avrà degli amici neri, motivi per i quali dovrà lottare contro il Ku Klux Klan. Tutte vicende che non possono non ricordare indirettamente l’America odierna, con le sue recenti tensioni razziali legate all’emigrazione e alla questione afroamericana. Un sottotesto che risulta al tempo stesso il punto più interessante e più rischioso del film: se da un lato lo eleva dal totale anonimato, dall’altro sottolinea la tanta retorica presente nel prodotto, evidente soprattutto in una parte finale composta da conversazioni e frasi didascaliche, che tolgono inoltre credibilità ad alcune figure, in primis quella del protagonista, assai poco plausibile come gangster dall’animo buono e quasi gentile. Ma purtroppo quelli elencati non sono gli unici difetti dell’opera, che pecca anche di una prima parte piuttosto prolissa, di una voce narrante a tratti pomposa e di alcuni personaggi mal delineati e interpretati: oltre a Joe Cughlin, vanno menzionati il mafioso italoamericano Maso Pescatore e la “dark lady” Emma Gould. Limiti non sopperiti né dalla discreta capacità registica di Affleck né dalle buone ambientazioni, e che finiscono col rendere piuttosto mediocre quello che sembrava essere soltanto un film minore.
La legge della notte [Live by Night, USA 2016] REGIA Ben Affleck.
CAST Ben Affleck, Zoe Saldana, Sienna Miller, Elle Fanning, Chris Messina.
SCENEGGIATURA Ben Affleck (tratta dall’omonimo romanzo di Dennis Lehane). FOTOGRAFIA Robert Richardson. MUSICHE Harry Gregson-Williams.
Gangster/Noir, durata 128 minuti.