SPECIALE PUPI AVATI
Un film all’acqua di colonia
Bias vuol dire obliquo, inclinato; che bagaglio pesante deve portare, fin dal cognome, il nostro Bias/Riccardo Scamarcio, che destino infelice ha il protagonista dell’ultimo film di Pupi Avati, cantastorie di vicende malinconiche e amare!
Davide Bias conta i passi che lo separano da un grande impegno, registra i suoi pensieri, diario di un figlio disperato, che non riesce a condividere nulla con il padre Achille, sceneggiatore di B-movie (Avati gioca con la “commediaccia italiana”: Alvaro Vitali, alla tv Dove vai se il vizietto non ce l’hai, la Marini si cita e cita un certo mondo dello spettacolo). Il giovane angosciato, fiaccato in e da sé, malato, spera di diventare scrittore, ma fa il pubblicitario, desidera la fidanzata/Cristiana Capotondi che però pensa all’ex. I gradi di separazione tra Davide e se stesso, tra lui e il Padre sono pochi eppure sembrano un numero infinito, ma una telefonata cambia tutto: il padre è morto in un incidente stradale (suicidio?). Inizia per Davide un percorso di scoperta (del sé e del padre), di conoscenza e ricongiungimento alla figura genitoriale (Avati lavora sull’identità; per riavvicinarsi ad Achille, il giovane deve perdere se stesso: abiti, brillantina e acqua di colonia rendono il figlio Copia, da film noir, del padre). Avanza tra i suoi fantasmi, nella casa – citazione de La casa dalle finestre che ridono – di quand’era piccolo e ne percepisce gli odori, ne ritrova i luoghi. Con la propria distruzione Davide – con la recherche del manoscritto a cui il padre stava lavorando – “incontra” il vero se stesso, e questo grazie al padre e all’editrice Ludovica (un’inconsistente Sharon Stone, bella come un sogno giovanile, mal doppiata, solo Basic Instinct, semplice etichetta di sensualità ed erotismo). Pupi Avati con Un ragazzo d’oro lavora a molte tematiche a lui care, la pazzia (Il papà di Giovanna), il passato, buco che tutto ingloba, l’ossessione per il rapporto padre-figlio, per la donna (Il cuore grande delle ragazze) e per la creatività (La casa dalle finestre che ridono). In questo caso nulla sembra al posto giusto: i personaggi sono figure “in eccedenza”, senza profondità e vera emozione, a parte il bilioso, snob e impasticcato Davide, anime che sbattono prive di controllo, contro le mura diegetiche, non arrivando mai totalmente a noi; le idee non diventano forma filmica, c’è forse troppo Avati uomo, legato al passato e alla mancanza/presenza di suo padre.
Un ragazzo d’oro [Italia 2014] REGIA Pupi Avati.
CAST Riccardo Scamarcio, Cristiana Capotondi, Sharon Stone, Giovanna Ralli, Guia Zapponi.
SCENEGGIATURA Pupi Avati, Tommaso Avati. FOTOGRAFIA Blasco Giurato. MUSICHE Raphael Gualazzi.
Drammatico, durata 102 minuti.