Mystic Marvel
Neurochirurgo di fama mondiale, Stephen Strange perde l’uso delle mani in seguito a un incidente automobilistico. Venuto a conoscenza di un luogo segreto dove potrebbero guarirlo, si reca in Nepal per finire subito invischiato nella guerra tra forze del bene e del male che, dalla notte dei tempi, procede a suon di incantesimi, colpi di arti marziali e salti nel tempo.
Da qualunque parte lo si guardi, l’ultimo “prodotto” sfornato dalla Marvel-Disney appare un oggetto di non facile definizione, poliedrico e conturbante come i motivi escheriani che germogliano all’infinito sullo schermo. Rispetto all’immaginario fissato nelle precedenti fasi 1 e 2 dagli studios di Burbank, Doctor Strange trasmette un desiderio di rinnovamento che però si traduce soprattutto a livello visivo, non eccependo invece le regole sul piano narrativo e rimanendo pertanto più che fedele ai canoni delle tipiche storie sui supereroi. Dalla caduta negli abissi dell’ego a una nuova vita al servizio di un destino più grande, passando per l’apprendistato sotto il mentore di turno e lo scontro con il discepolo traditore, gli snodi fondamentali vengono toccati senza eccezione, soffermandosi solo il giusto sulla caratterizzazione dei personaggi e non lasciando spazio a più ampi sviluppi drammatici. Anche i dialoghi, talvolta inclini allo “spiegone” e controbilanciati da un’ironia spesso posticcia, quasi per farci respirare dopo aver parlato di senso della vita e ineluttabilità della morte, non sono certo il fiore all’occhiello di un film che intrattiene più attraverso il fantastico e meno con il suo umorismo. È infatti nella dimensione figurativa che Doctor Strange sprigiona tutta la sua forza, con un soverchiante, labirintico e fracassoso caleidoscopio di schegge e vortici che si infrangono gli uni sugli altri, valorizzato da un effetto 3D che qui trova la sua ragion d’essere. Nonostante questo senso di vertigine, tutto si tiene magicamente insieme, grazie anche a un asciutto Benedict Cumberbatch attorno al quale ruota un film che, a volte, dà la sensazione di poter partire per la tangente, ma in cui il disordine viene sempre ricondotto all’unità. Quello che sarà della prossima produzione Marvel viene così simboleggiato da un personaggio sospeso tra misticismo e convinzioni positiviste, e da un universo in bilico tra più dimensioni, in una sorta di stasi temporale dove si fondono ciò che è stato nel passato e quello che potrebbe diventare nel futuro.
Doctor Strange [id., USA 2016] REGIA Scott Derrickson.
CAST Benedict Cumberbatch, Chiwetel Ejiofor, Rachel McAdams, Mads Mikkelsen, Tilda Swinton.
SCENEGGIATURA Scott Derrickson, C. Robert Cargill (tratta dai fumetti di Steve Dikto). FOTOGRAFIA Ben Davis. MUSICHE Michael Giacchino.
Azione/Fantastico, durata 115 minuti.