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La collina dei papaveri

sabato 10 Novembre, 2012 | di Maria Cristina Andrian
La collina dei papaveri
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Un vento color primavera
Tutto è colore nella nuova opera dello studio Ghibli. Dal mare cobalto, cui la protagonista Umi deve il suo nome, all’accozzaglia ciarliera e confusa di vetri e tappeti dell’edificio in cui il suo amato Shun redige il giornalino scolastico, passando per la bruma rosata che lambisce la collina dove lei vive e il caldo marrone delle stradine su cui i protagonisti corrono, ridono e si imbattono in problemi più grandi di loro.

Una storia “seria” raccontata con la leggerezza del vento che sospinge le nubi di un bianco accecante, non superficiale, ma dipanata tra silenzi ed occhiate. Il colore, tratto principale di quasi tutte le opere dello studio di produzione nipponico, cola sulla tela di una pittrice ospite nell’ostello sulla collina e viene ripreso nel colore delle bandiere che Umi ogni giorno issa in memoria del padre scomparso. Accompagna gli stati d’animo dei protagonisti, calando buio a gettare lunghe ombre sugli edifici color pesca e panna, un caleidoscopio che crea una sorta di contrasto con la semplicità spartana del tratto usato per raffigurare i personaggi. A differenza del cromatismo, eclettico, complesso e stratificato, la trama rimane una pennellata decisa, che attraversa tutta l’opera senza curve, perfettamente limpida. Goro Miyazaki abbandona i toni fiabeschi tipici della regia paterna, calando la vicenda di un amore a prima vista impossibile nella concretissima realtà del secondo dopoguerra nipponico, ma le scelte della fotografia suppliscono alla mancanza di elementi fantastici, regalando una ventata di poesia. L’atmosfera quasi ovattata, come se guardassimo un vecchio film di famiglia, è un naturale prosieguo di quelle che ci ha sempre offerto Miyazaki padre, dove lo sguardo nostalgico al passato è mitigato dalla consapevolezza che i mutamenti possono convivere con la tradizione. La collina dei papaveri centra (ancora una volta!) l’obiettivo di raccontare una storia di riflessione, senza gravarla di pedagogismi, ma lasciando che i sottotesti scorrano liberi verso lo spettatore, esattamente come il vento che ogni giorno aiuta Umi ad issare le sue bandiere.

La collina dei papaveri [Kokuriko-zaka kara, Giappone 2011] REGIA Goro Miyazaki.
CAST (VOCI ORIGINALI) Masami Nagasawa, Junichi Okada, Keiko Takeshita, Yuriko Ishida.
SCENEGGIATURA Hayao Miyazaki, Keiko Niwa. MUSICHE Aoi Teshima, Satoshi Takebe.
Animazione, durata 91 minuti.

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