Tutti al mare
Strano che proprio un esperto sceneggiatore come Stefano Tummolini (Il bagno turco), al suo secondo lungometraggio di finzione da regista, dopo l’apprezzabile Un altro pianeta, non sia riuscito ad armonizzare tutti gli elementi dello script, nel corale L’estate sta finendo.
Certo, la recitazione non eccellente dei giovani attori non aiuta, ma il film ha anche dei problemi di sceneggiatura. A partire dall’indecisione nel tono del racconto, che parte come un ordinario film giovanilistico, sembra diventare una sorta di ronde rohmeriana dei sentimenti (è la parte migliore e la più ambiziosa, che mette in luce efficacemente la fragilità delle relazioni umane), sfocia prevedibilmente nel dramma, con la morte telefonatissima di uno dei personaggi, assume un distacco da commedia nera, si conclude con una rappresentazione affrettata di sentimenti e istinti repressi.
La banalità dei dialoghi e la superficialità dei comportamenti potrebbero essere giustificati da esigenze di realismo, visto che i fanciulli protagonisti, citazioni goliardiche in latino a parte, non paiono dissimili dalla vacua gioventù che da anni si stravacca nelle stanze del Grande Fratello (il vip del gruppo è un ballerino che ha partecipato a una trasmissione tv, il bisessuale Manuel e il mondo della tv non fa una bella figura nel film). Difficile, però, non ghignare davanti alla assoluta nonchalance con cui, con il morto ancora caldo, una delle ragazze annuncia “vado a cucinare un po’ di pasta”. O, peggio, accettare l’insensata macchietta del carabiniere con l’accento meridionale, che credevamo confinato ormai solo a barzellette da osteria. Il personaggio misterioso del custode vedovo Vittorio è sprecato, e sprecati sono anche i due “diversi” del gruppo, il nerd Guido, l’unico con l’accento siciliano, e lo stereotipato e barbuto “musicista impegnato di sinistra” Davide, che a un certo punto si annoia e se ne va. Domenico non è approfondito a sufficienza nella psicologia per poter conferire una focalizzazione soggettiva alla narrazione, l’amicizia con il cugino Guido e quella con Fabrizio non diventano mai centrali e d’altro canto non c’è nemmeno una rigorosa freddezza nello sguardo registico, tale da manovrare i personaggi come pedine di un gioco più importante di loro, o da giudicarli moralisticamente. Il film, dunque, risente di una mancanza di direzione precisa, rischia poco, senza fare delle scelte estetiche nette. È un peccato, perché se invece di accumulare con troppa leggerezza svolte narrative, L’estate sta finendo conservasse l’atmosfera sospesa della prima parte, da cinema del cuore etereo e rarefatto, Tummolini replicherebbe la riuscita del suo primo, intenso film. Speriamo nel terzo, ora.
L’estate sta finendo [Italia 2014] REGIA Stefano Tummolini.
CAST Andrea Miglio Risi, Marco Rossetti, Giuseppe Tantillo, Nina Torresi, Antonello Fassari.
SCENEGGIATURA Michele Alberico, Mattia Betti, Stefano Tummolini. FOTOGRAFIA Raoul Torresi. MUSICHE Teho Teardo.
Drammatico, durata 98 minuti.