L’uomo algoritmo
Uomo e macchina, creatore e creatura: fin dai tempi di Metropolis il tema della creazione della vita artificiale nel cinema, e non solo, è stato costantemente ripreso e usato. Spesso territorio di insidie per l’essere umano che, incosciente delle proprie azioni e degli effetti delle stesse, è vittima della sua stessa presunzione di sostituirsi a Dio e illuso sulla possibilità di un cortocircuito emozionale tra creature coscienti, organiche e sintetiche.
Ex Machina condensa tutto ciò iniziando dalla rivelazione dell’esperimento di Nathan (ideatore del principale motore di ricerca mondiale) sulla creazione di un’intelligenza artificiale, all’interno di uno sperduto e futuristico rifugio tra i boschi. Caleb, dipendente di Nathan, è invitato nella residenza per testare l’efficenza di Ava, androide dalle fattezze femminili che utilizza come software il Blue Book, proprio il motore di ricerca inventato da Nathan. Il test si concentra sulla capacità di confutare l’esistenza di un algoritmo di base che suggerisca le azioni e le risposte di Ava, per provare l’esistenza di un’intelligenza libera da schemi precostituiti e in grado di interagire con un essere umano. Discutere, interessarsi, confrontarsi e innamorarsi, sono tutte fasi cui inevitabilmente Ava e Caleb andranno incontro sollevando dubbi e incertezze sul progetto messo in piedi da Nathan. Ex Machina sostanzialmente più che confrontarsi e conformarsi sul genere di dilemmi citati in precedenza preferisce porsi una sostanziale domanda: quanto la nostra reale percezione cognitiva nell’interazione tra simili e la società ci rende liberi? Quanto gli stimoli interni sono realmente interni o frutto di inconsce manipolazioni? Domande che inevitabilmente rivolgono il loro sguardo al nostro stesso procedimento mentale, sull’ossessione di controllo e sulla predisposizione a essere pedine, quesiti che in Ex Machina rimangono per lo più sospesi evitando facili risposte sull’emotività manipolata e cognizione esposta. Alex Garland – all’esordio alla regia, ma già autore tra gli altri della sceneggiatura di Non lasciarmi (tematicamente vicino a Ex Machina) – immerge la pellicola nella tranquilla e soffusa ambientazione zen del rifugio-laboratorio di Nathan, distorcendola però lentamente attraverso il controllo continuo di telecamere e microfoni cui gli altri due protagonisti sono esposti. Un meccanismo narrativo e visivo che si fonde perfettamente con la colonna sonora curata da Geoff Barrow dei Portishead e Ben Salisbury, fitta di sonorità stranianti e aperture “luminose” al mondo esterno. Uomo e macchina, creatore e creatura, controllo e controllati, in Ex Machina sono tutti elementi interscambiabili dello stesso campo di scontro, non tanto tra organico e sintetico, ma tra cognizione e algoritmo.
Ex Machina [id., USA/Gran Bretagna 2015] REGIA Alex Garland.
CAST Domhnall Gleeson, Oscar Isaac, Alicia Vikander, Sonoya Mizuno.
SCENEGGIATURA Alex Garland. FOTOGRAFIA Rob Hardy. MUSICHE Geoff Barrow, Ben Salisbury.
Fantascienza, durata 108 minuti.
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