Il fantasy introspettivo
Negli ultimi anni sono usciti dai paesi scandinavi alcuni film marcatamente autoriali che hanno flirtato con i topos narrativi del cinema di genere per raccontare storie fortemente intimiste con uno stile spesso compassato e a tatti evocativo. È il caso di opere quali Lasciami entrare di Tomas Alfredson, Thelma di Joachim Trier e ora anche di Border – Creature di confine di Ali Abbasi, fantasy svedese vincitore di Un certain regard allo scorso festival di Cannes.
L’opera racconta la storia di Tina, una doganiera che riesce a intuire anche grazie a un olfatto molto sviluppato i sentimenti e le intenzioni delle persone. Una qualità che – insieme a dei lineamenti particolari – rendono la protagonista diversa da tutti gli altri esseri umani. Ma quando un giorno Tina incontrerà Vas – un uomo molto simile a lei – scoprirà di non essere la sola ad avere determinate caratteristiche fisiche e sensoriali.
Anche se la trama si sviluppa tra sorprese e invenzioni vicine al cinema fantastico (con delle venature dark e delle deviazioni nel thriller), il nodo centrale del film risulta in realtà il percorso psicologico della protagonista, costituito dalla graduale scoperta della propria vera natura e dalla conseguente accettazione di sé. A confermarlo sono, in fondo, anche alcuni colpi di scena, in primis quelli che riguardano le caratteristiche fisiche e le evoluzioni psicologiche della donna, della quale si scopre sempre qualcosa di nuovo e d’inaspettato. Qui, dunque, le diverse rivelazioni non servono solo a stupire e a tenere alta l’attenzione dello spettatore, ma hanno anche la funzione di seguire e sottolineare le tappe del percorso psichico di Tina, che compie un cammino lento e graduale verso una nuova percezione di sé e del mondo circostante.
E a dimostrare la centralità dell’elemento introspettivo vi è anche la regia di Ali Abbasi, connotata da alcune inquadrature simboliche ed evocative, da un ritmo compassato e – soprattutto – dalla vicinanza al corpo e al volto del personaggio principale, del quale intende cogliere tutte le sfaccettature e le trasformazioni.
Tutto ciò in un’opera piuttosto stratificata e ricca di sottotesti (dai transgender al rapporto complesso e contradditorio tra natura e civiltà) che riesce al tempo stesso a incuriosire e a spiazzare il pubblico con le diverse sorprese e invenzioni di sceneggiatura, risultando per questo interessante e originale. Poco importa, dunque, se vi sono alcune forzature narrative e certe lungaggini nella parte finale, in quanto il progetto filmico è nel complesso riuscito nella sua ricchezza immaginifica e nella propria stratificazione tematica.
Border – Creature di confine [Gräns, Svezia/Danimarca 2018] REGIA Ali Abbasi.
CAST Eva Melander, Eero Milonoff, Jörgen Thorsson, Ann Petrén, Sten Ljunggren.
SCENEGGIATURA Ali Abbasi, Isabella Eklöf, John Ajvide Lindqvist (tratto dal racconto Gräns di John Ajvide Lindqvist). FOTOGRAFIA Nadim Carlsen. MUSICHE Christoffer Berg, Martin Dirkov.
Fantastico, durata 108 minuti.