Mutants in Progress
Dopo il buon X-Men: L’inizio e il ben più che convincente X-Men: Giorni di un futuro passato, Bryan Singer torna a dirigere la sua squadra di mutanti in X-Men: Apocalisse, un’altra battaglia per la salvezza del mondo. Un mondo che ora non li vede troppo malvolentieri, dopo averlo salvato dalle Sentinelle nel capitolo precedente, ma che si ritrova di nuovo in pericolo con il risorgere del mutante primigenio, En Sabah Nur.
Venerato nell’antico Egitto come un Dio, viene risvegliato negli anni ’70 da alcuni fanatici e decide che ora più che mai il mondo ha bisogno di essere rimodellato. E lui, buon’anima, si offre di farlo. Reclutati quattro Cavalieri dell’Apocalisse, fra cui un Magneto più tormentato che mai, si prepara allo scontro con i giovanissimi X-Men della scuola di Xavier. Superare le aspettative del capitolo precedente, in cui a farla da padrone erano una serie di conflitti interiori che ben rivaleggiavano con il combattimento finale ed al contempo apice del film, non era cosa da poco. L’obiettivo è stato in parte centrato e in parte no. Singer necessariamente si perde laddove il conflitto dovrebbe tirare le fila, con un combattimento la cui tensione resta superficiale e mai davvero spaventosa. E non poteva andare diversamente, vista l’ansia palpabile di mostrare tutti che fanno tutto, lasciando però indietro quell’ansia di vedere non tanto chi vincerà – difficilmente diamo per sconfitti i nostri beniamini – ma quali decisioni si prenderanno. È questo che tiene incollati al bordo della sedia, l’imprevedibilità del fattore umano, ironicamente, che può salvare una vita o cambiare la Storia. Far convergere così tanti personaggi importanti non permette che questa tensione si sviluppi e il combattimento di massa resta appunto questo: un’enorme scazzottata. Gradevole, con effetti strepitosi, ma un passo indietro rispetto a quelle che l’hanno preceduta. Ciò che invece funziona benissimo, sono proprio i momenti che portano al finale e il continuo incrociarsi tra mondo mutante e umano, legato da tecnologie, richiami e riferimenti – se vedete qualcosa di Hunger Games in giro, ci avete visto giusto. Inoltre, assistere alla creazione delle due squadre, a ritorni che ci collegano al capitolo precedente puntella bene la trama. In un film sui mutanti Singer riesce di nuovo a combinare il fattore umano-emotivo, rendendo gli eroi non persone migliori o peggiori dei normali essere umani, ma persone che devono trovare, come tutti, il loro posto nel mondo.
X-Men: Apocalisse [X-Men: Apocalypse, USA 2016] REGIA Bryan Singer.
CAST James McAvoy, Jennifer Lawrence, Michael Fassbender, Oscar Isaac, Sophie Turner, Alexandra Shipp.
SCENEGGIATURA Simon Kinberg. FOTOGRAFIA Newton Thomas Sigel. MUSICHE John Ottman.
Azione/Fantascienza, durata 143 minuti.