Smarrimenti
Presentato in concorso a Cannes 2017 e prodotto e trasmesso da Netflix, The Meyerowitz Stories (New and Selected) è il film più ovvio realizzato da Baumbach in quella che potremmo definire una tetralogia dello smarrimento e della disillusione di chi lavora in ambito artistico e/o culturale.
È però anche la conferma dell’occhio dell’autore, capace di muoversi nelle maglie imposte dalla galassia indie rispettandone sì i canoni, ma anche riuscendo a trovare una sua originalità, ponendosi quindi su un gradino più alto rispetto a molte opere simili. La nouvelle vague amarognola di Frances Ha, lo strabordare di tematiche e spunti di Giovani si diventa, la screwball di Mistress America e le nevrosi alleniane di quest’ultima sua fatica compongono il ritratto amaro di personaggi illusi e disillusi, all’inseguimento di obiettivi sempre più offuscati, vittime di un un disagio sociale, esistenziale e di autorappresentazione, tra modelli irraggiungibili, falsi miti, inconcludenze e precariati vari. Sempre nell’ambito del lavoro culturale e artistico, e che può interessare giovani e trentenni con un radioso avvenire (Frances Ha e Mistress America), falsi giovani di mezz’età (Giovani si diventa) e anziani artisti in pensione, come nel caso del film in questione. Le storie della famiglia Meyerowitz ruotano infatti intorno alle eredità morali e intime che lo scultore Harold (Dustin Hoffman, che va di mestiere) ha lasciato ai suoi tre figli. Lasciti non particolarmente positivi, data la natura fortemente egotica, a tratti meschina e a tratti frustrata, del patriarca, e causa delle nevrosi inevitabili in questo tipo di film. La malattia dell’anziano e l’obbligato ritrovo sotto lo stesso tetto mette i tre fratelli di fronte a loro stessi, alla figura paterna e al loro passato. Come accennato, The Meyerowitz Stories è il capitolo più ovvio e meno originale della tetralogia, quello in cui Baumbach rimane più impigliato nei canoni suggeriti dai modelli, in questo caso decisamente più Woody Allen che Wes Anderson. Questo non vuol dire che manchino momenti che colgono con acume il punto del malessere. Nei quattro paragrafi che compongono l’opera, ognuno dal punto di vista di uno dei personaggi, si alternano infatti sequenze e scene divertenti, acute ed efficaci ad altre più prolisse, didascaliche e ovvie. Così, The Meyerowitz Stories diventa il classico film minore di un autore capace e coerente, comunque interessante e stimolante nonostante le polveri un po’ bagnate. Buona parte del merito va al trio di attori: bravissimi sia Adam Sandler che Ben Stiller, dei quali si accentuano le nevrosi più o meno latenti dei loro personaggi più tipici, ma altrettanto in forma la formidabile Elizabeth Marvel nel ruolo della tormentata e fatalista sorella.
The Meyerowitz Stories (New and Selected) [id., USA 2017] REGIA Noah Baumbach.
CAST Dustin Hoffman, Adam Sandler, Ben Stiller, Elizabeth Marvel, Emma Thompson.
SCENEGGIATURA Noah Baumbach. FOTOGRAFIA Robbie Ryan. MUSICHE Randy Newman.
Commedia/Drammatico, 112 minuti.