SPECIALE CORMAC McCARTHY
L’avidità di un (idiota) qualunque
“La vita è stare in un letto con te, tutto il resto è soltanto attesa”. Un lenzuolo bianco, due corpi nascosti in un’alcova di piacere, passione e carne. Il nostro occhio si insinua nella loro intimità, tra le pieghe del desiderio. Si contorcono, si abbracciano, fondendosi l’uno nell’amore dell’altro, estromettendo tutto il resto. Occhi, mani, labbra, eccitazione ed eccitamento.
Lui è l’avvocato protagonista di The Counselor – Il procuratore, l’ultimo film di Ridley Scott con la sceneggiatura originale dello scrittore Cormac McCarthy (dai suoi libri sono nati Non è un paese per vecchi, The Road e Child of God). L’avvocato/Fassbender è innamorato della sua donna/Cruz, nulla potrà turbare quell’istante. Invece qualcosa c’è ed è l’universo cinico e desolante di McCarthy: quel grumo di crudeltà e sangue che alberga nella frontiera dei “sentimenti” perduti e “perdenti” del sudovest americano. Lì si compie il dramma – a metà tra la tragedia greca (destino) e la parabola biblica (dolente patimento) – dell’avvocato: per avidità si imbarca nel traffico di cocaina che lo fa sprofondare negli inferi. Viene messo in scena lo spietato gioco dell’uomo mangia uomo, il disfacimento del corpo, l’abbrutimento. Reiner/Bardem, l’intermediario Westray/Pitt e Malkina/Diaz sono divinità “perfette” – di un Olimpo costruito con denaro sporco e cocaina –, ma comunque malsane, degenerate sul piano morale ed esistenziale. Lì il procuratore, estraneo a questo mondo, incapace di comprenderne le leggi, entra in contatto con un’umanità gretta, crudele, enfia di barbarie e cannibalismo; non esiste giustizia, solo morte. Il cammino dell’avvocato va di pari passo con la dissoluzione del suo corpo: sbarbato e sicuro di sé all’inizio, diventa poi burattino sporco, sudato, tremante, rigato da lacrime e muco. Di questi resti umani, abbandonati da dio, si ciba voracemente Malkina, famelica donna-ghepardo, che anzi sembra trarre vitalità e bellezza da ogni “pasto”. The Counselor, come altre storie di McCarthy, racconta quel groviglio, ingiusto e mortifero, che è l’esistenza umana in balia del destino, maestro severo e ammonitore, immergendoci in un’atmosfera di luci sfavillanti e lusso e di un’umanità depravata e squallida, in guerra perpetua con sé, con il proprio Corpo, con i propri simili. Se c’è molto “di giusto” in The Counselor, qualcosa però non torna, resta intangibile e inspiegabile, disorienta lo spettatore. Nessuna risposta è in grado di descrivere la sensazione. Sarà come dice Brad Pitt, “Tu sei il mondo che hai creato, quando smetti di esistere, anche il mondo che hai creato smetterà di esistere”.
The Counselor – Il procuratore [The Counselor, USA/Gran Bretagna 2013] REGIA Ridley Scott.
CAST Michael Fassbender, Cameron Diaz, Penélope Cruz, Javier Bardem, Brad Pitt.
SCENEGGIATURA Cormac McCarthy. FOTOGRAFIA Dariusz Wolski. MUSICHE Daniel Pemberton.
Thriller, durata 117 minuti.