Una rara poesia
C’è solo una persona che può prendere una bambina caduta dal cielo, pirati dell’aria che le danno la caccia, un ragazzo minatore dal cuore d’oro, un cattivo che vuole la misteriosa gemma custodita dalla fanciulla, un’isola leggendaria fluttuante nel cielo, unirli ed ottenere un film che ha molto da insegnare a chi lo guarda.
Naturalmente si sta parlando di Hayao Miyazaki, regista, sceneggiatore e co-fondatore dello Studio Ghibli, punta di diamante nella produzione di film d’animazione nel Sol Levante ed ormai apprezzato anche qui in Occidente.
Ne Il castello nel cielo, conosciuto anche come Laputa, uscito nelle sale giapponesi nel 1986, il regista premio Oscar per La città incantata costruisce una storia che abbraccia tutti i temi cardine della sua produzione: l’amicizia, il sacrificio, il viaggio come occasione di maturazione, la scelta fra giusto e sbagliato e soprattutto la coesistenza, a volte problematica, fra uomo e Natura. Miyazaki, se da un lato ci mostra con severità a quale sorte va incontro chi non rispetta la propria terra o gli altri, dall’altro indica come la speranza e i buoni sentimenti (non i sentimentalismi!) possano nascondersi ovunque. Le due ore di film non si fanno sentire, grazie al ritmo veloce, mai nevrotico, in cui si susseguono buffi ed impacciati pirati dell’aria, segreti svelati, un cattivo non in grado di capire che è la sete di potere a comandarlo, il tutto disegnato con il tratto semplice e pulito del regista, che anche in questo caso abbonda con i colori.
La storia di Sheeta, custode di una pietra che potrebbe collegarla alla misteriosa città di Laputa, si unisce a quella di Pazu nel momento in cui lui accetta di aiutarla a scoprire il mistero delle origini della sua famiglia. Come tutti gli eroi del regista, Pazu non è un super ragazzo, e le sue uniche risorse sono la lealtà, il coraggio e un po’ di furbizia. È forse questo che rende così speciale il film, anche più di vent’anni dopo la sua uscita. Si racconta di persone in cui troviamo pregi e difetti che conosciamo, situazioni in cui possiamo identificarci, perché a chi di noi non si è mai posta la fatidica scelta fra ciò che si vorrebbe e ciò che è giusto?
Il mondo fantastico di Laputa è straordinariamente reale, perché Miyazaki racconta l’animo umano.
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