E luce (delle sale) fu
Parlando di E fu sera e fu mattina, esordio alla regia di Emanuele Caruso, è interessante innanzitutto soffermarsi sulle modalità produttive. La nascita del film, legato a filo doppio col territorio in cui è ambientato – le affascinanti colline delle Langhe – è stata resa possibile, oltre all’intervento di associazioni culturali e di enti locali, dall’utilizzo del crowfunding cui hanno partecipato cittadini, attori e membri della troupe, il cui compenso arriverà proprio dalla divisione degli incassi.
Il crowfunding è stato decisivo affinché la sceneggiatura del film vedesse la luce delle riprese, rendendo così l’esordio di Caruso come uno dei primi casi italiani di utilizzo delle “piattaforme di finanziamento dal basso” per un lungometraggio. Anche le modalità di distribuzione sono interessanti e si pongono, in qualche modo, come pioneristiche nel nostro panorama: c’è stato da un lato, infatti, un grande utilizzo dei social, Whatsup compreso, nei quali si è cercato di ricreare una sorta di passaparola virtuale, dall’altro una circolazione molto graduale nelle sale: approfittando del legame strettissimo col territorio, si è partiti dai cinema della provincia, per passare poi alle grandi città sabaude, a quelle delle regioni limitrofe e, ancora successivamente, al resto d’Italia, in un’ottica distributiva che durerà un anno e interesserà, man mano, tutta la penisola. Facendo quindi di necessità virtù, E fu sera e fu mattina si propone quindi come un piccolo e interessante esempio di modalità produttive e distributive abbastanza innovative e rare nel panorama italiano. È un film a tutti gli effetti “glocal”, in quanto la riconoscibilità territoriale si fonde con un tema universale, che molto ha ispirato il cinema e la cultura degli ultimi anni: la fine del mondo. Si racconta infatti delle reazioni di un piccolo paese langarolo alla notizia che il sole si sta spegnendo e scoppierà. Emergono in superficie i malcelati problemi tipici di una piccola comunità e delle loro rappresentazioni cinematografiche, come l’ipocrisia, le piccole meschinità e il continuo approfondimento sulla vita altrui fatta dietro le spalle. Il tutto intervallato da ricorrenti panoramiche sul bellissimo paesaggio delle colline e dei vigneti, che (come Roma ne La Grande Bellezza) pare osservare da lontano le piccolezze umane, sopravvivendo disinteressato ad esse. Caruso si mostra già consapevole del mezzo, come dimostrano la composizione di certe inquadrature e i piccoli ricorrenti movimenti di macchina, riuscendo, nonostante momenti un po’ troppo verbosi della sceneggiatura, a creare l’efficace ritratto di una piccola comunità che ha le carte in regola per interessare il pubblico non solo piemontese.
E fu sera e fu mattina [Italia 2014] REGIA Emanuele Caruso.
CAST Albino Marino, Simone Riccioni, Lorenzo Pedrotti, Sara Spelta, Francesca Risoli, Giovanni Foresti, Paola Gallina.
SCENEGGIATURA Emanuele Caruso, Marco Domenicale, Cristina Cocco, Beppe Marengo. FOTOGRAFIA Christian De Giglio. MUSICHE Remo Baldi.
Drammatico, durata 110 minuti.