Incontri inaspettati
In ogni paese e città esistono luoghi, ponti o palazzi, prescelti come location adatte a un suicidio. Capita quindi che “nella notte più suicida dell’anno” in un palazzo avvolto dal gelo ci si trovi ad aspettare il proprio turno. Capita sul serio? Sicuramente è l’incipit di uno dei romanzi più famosi, e ben riusciti, di Nick Hornby.
Lo stesso inizio si trova nell’omonima trasposizione cinematografica: un bell’uomo scende da una non poco costosa auto e litiga con una scala che non vuole entrare nell’ascensore del palazzo – perché bisogna essere organizzati per il suicidio – ma nel momento del lancio viene interrotto da una voce di donna che chiede quanto manca. L’ironia viene immediatamente presentata, prima dei protagonisti arriva lei a raccontarci questa strana notte. Successivamente il racconto è suddiviso in quattro capitoli nell’intento di presentarci questi strani eroi, anche se in realtà a parte il primo momento in cui la voce narrante diventa quella del personaggio analizzato, nulla cambia nel prosieguo dell’opera. L’idea viene dal libro di Hornby in cui il nome dei quattro aspiranti suicidi si sostituisce ai capitoli, creando un intreccio raccontato da diversi punti di vista, mentre nella pellicola di Chaumeil diventa un’inutile sottolineatura dei nomi dei protagonisti. Sicuramente non è facile la trasposizione da un libro di un autore come quello di Non buttiamoci giù e la tematica delicata, affrontata con una pungente ironia è un rischio che il regista si accolla forse un po’ troppo superficialmente. L’idea di quattro persone che dopo un incontro casuale accantonano i loro desideri suicidi e iniziano a vivere la loro vita in una strana famiglia appare troppo semplicistico, come se bastasse poco per evitare decisioni drastiche. Eppure, riflettendo, si può capire come spesso chi non riesce a portare a termine un suicidio effettivamente non voglia farlo, rinunciando a tutto; vuole solo gridare aiuto, ed è proprio questo che trovano i quattro personaggi, aiuto l’uno dall’altro, sostegno in un momento di solitudine. La pellicola scorre leggera, non ha intoppi e le scelte registiche donano momenti piacevoli, vedute strabilianti e risate sommesse. Eppure i protagonisti che dovrebbero riempire la scena in ogni istante non riescono a superare alcuni limiti di mancata caratterizzazione, e così chi ha provato immenso amore leggendo il libro – e in alcuni istanti ha urlato al genio – forse soffre a non ritrovare la stessa ingegnosità e acutezza. Mentre chi aspettava una buona commedia, ben raccontata e ironizzata, può ritenersi soddisfatto.
Non buttiamoci giù [A Long Way Down, Gran Bretagna 2013] REGIA Pascal Chaumeil.
CAST Pierce Brosnan, Toni Collette, Aaron Paul, Imogen Poots, Rosamund Pike.
SCENEGGIATURA Jack Thorne (tratta dall’omonimo romanzo di Nick Hornby). FOTOGRAFIA Ben Davis. MUSICHE Dario Marianelli.
Commedia, durata 96 minuti.